mercoledì, luglio 20, 2016

Viel del Pan, Col di Lana e passo Incisa

Da parecchio tempo sognavo un grande giro sulle Dolomiti e avevo addocchiato il sentiero del Viel del Pan. Questa primavera, scendendo dalla Marmolada si vedeva un riga bianca orizzontale di neve sui pendii erbosi a sud già ripuliti. E finalmente l'occasione è arrivata.Tempo perfetto e un giro tutto pensato da Stefano che raccordava vari tratti che già conosceva e altri dove intuiva di poter passare. All'ultimo si è aggregato anche Giamba mentre Bobo ha rinunciato per una fantomatica cena. (per pareggiare un giro così deve essere stata una cena offerta in un ristorante con minimo 50 stelle).
Visto l'impegno previsto (Stefano aveva calcolato 2700 metri di dislivello ma so che tende a dimenticare vari avvallamenti e alla fine possono essere molti di più) mi sono preparato con un paio di giorni di "quasi" riposo e, per evitare levatacce, mi sono portato la sera prima in furgone in val di Fassa. Dopo un'ottima dormita stimolata da una mitica birra Pejo del Giamba e una super colazione preparata da Stefano, ci siamo portati a Pecol, al punto di partenza. Giornata perfetta: limpido e fresco. Dopo un km di asfalto si attacca con rampe cementate che portano ad un fantastico pulpito sulla Marmolada dove parte il mitico sentiero del Viel del Pan. La prima parte, fino al rifugio è semplice ma piuttosto esposta e bisogna fare attenzione a non farsi distrarre dal panorama superlativo. Dopo il sentiero si fa più tecnico e in qualche punto costringe a scendere dalla bici. In uno di questi tratti a spinta, Giamba perde inspiegabilmente l'equilibrio (forse distratto dalla Marmolada) e cade rovinosamente all'indietro prendendo una gran botta alla schiena. Iniziamo a temere il peggio ma, dopo un pò si rimette in piedi e, pur dolorante, riesce a ripartire. Con un breve tratto a spinta si raggiunge Porta Vescovo e si cambia versante scendendo lungo le piste ripide che mettono a dura prova i dischi dei freni. Poi, si attraversa una bellissima piana dove ci fermiamo per un panino e poi giù per un'interminabile mulattiera fino ad Ornella. Giamba si lamenta per la botta ma non pare abbia effetto sulle sue prestazioni ne in discesa, ne in salita. Con un lungo traverso e vari su e  giù  arriviamo a Sottinghiazza dove caliamo in fondo alla valle per risalire a Pieve di Livallongo. (qui ci sono le indicazioni per il Vertical Col di lana, 1000 metri di dislivello in 2 Km e temiamo che Stefano abbia pensato di cogliere la sfida). Dopo una bottiglia di coca, con un gran caldo ripartiamo alla volta del castello di Andraz dove ci concediamo la seconda pausa pranzo. Poi si riparte per mulattiera con pendenze a tratti proibitive alla volta della forcella Sief. Qui il sentiero finisce ma i prati sono percorribili agevolmente in sella. Prima di Contrin decidiamo di provare a rimanere in quota traversando verso la forcella Incisa. Si rivela una scelta infelice. Perdiamo più di un'ora ad attraversare prati pieni di buchi e tratti paludosi fino a riprendere, ormai molto provati, la strada che sale al passo Incisa (Giamba la cui agilità è compromessa dalla caduta, si ribalta per fortuna senza ulteriori conseguenze). Sotto al passo, come un'apparizione, un rifugio aperto. Terzo pasto con un ottimo strudel e poi, inizia il tratto più godibile del giro. Un fantastico sentiero, preparato per le mtb, quasi troppo facile fino al Campolongo e poi giù ad Arabba. Quarto pasto prima dell'ultima salita di 700 metri del Pordoi. Pedalare su asfalto su pendenza moderata, dopo quello che abbiamo fatto, mi da la sensazione di avere la bici elettrica e, incredibilmente, riesco a salire in meno di un'ora senza troppa fatica addirittura staccando Stefano notoriamente imbattibile su queste lunghezze. Dal Pordoi c'è un fantastico percorso di discesa, mai troppo difficile ma estremamente divertente che ci riporta al punto di partenza. Da veri insaziabili, lasciamo scendere in macchina Stefano e noi continuiamo fino a Canazei. Sotto Pecol, però, il percorso segue le piste e non ha niente a che vedere con il tratto sopra.

(Grande giro da 3170 di dislivello, 68 Km e 12 ore)














































































































































Qui traccia GPS e Wikiloc



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