giovedì, marzo 29, 2018

Torbole

Classico giro di inizio stagione in bici da corsa (oggi non sembrava decisamente una giornata da sciare) per riprendere la forza nelle gambe dopo la pausa invernale quest'anno decisamente lunga. Anche quest'anno decisamente impegnativo con anche il finale sotto la pioggia. Oggi in salita mi sentivo proprio fermo, quasi come a pedalare con una bici elettrica spenta: speriamo che come tutti gli anni, dopo questa terapia d'urto, riesca a riprendere a pedalare come al solito.




Traccia

mercoledì, marzo 28, 2018

Nord Oscivart

In due giorni le condizioni della neve sono cambiate: alla partenza neve pesante non rigelata al posto della polvere di due giorni prima, in alto il sole ma le cime emergono da un mare di nebbie grigio scuro. Ci saranno le condizioni per scendere a nord o troveremo troppo duro. Salgo l'Oscivart affacciandomi ogni tanto sul  versante nord: non sembra gelato. Arrivati in cima vedo il canale accanto alla croce che ha in mente Red e mi sembra subito piuttosto pericoloso: una caduta all'inizio significa una lunghissima scivolata sbattendo sulle rocce. Vado fino alle rocce per valutarlo da un'altra prospettiva ma l'impressione non cambia. Red scende con cautela e già questo significa che per me è pericoloso. Provo un altro canale un pò più a destra che, almeno in partenza pare più umano. Scendo prima derapando e poi con qualche curva fino ad una biforcazione: da entrambe le parti mi pare troppo stretto e ripido. Tolgo gli sci e risalgo. Misurando con i volantini la pendenza è sui 45°. Alla fine scendo come Anabella e Patrizia dal più tranquillo canale all'intaglio fra Oscivart e Fravort su una pendenza dove ancora si riesce a sciare. Sotto la neve è decisamente più crostosa della volta precedente ma, un pò saltando, un pò cercando i punti migliori, facciamo ancora una bella sciata.





Vado alla croce per valutare la pendenza del canaale




Red sul ripido canale subito a sinistra della croce

Il canale più facile dal passo






Traccia

martedì, marzo 27, 2018

Cima 7 Selle

Mai essere troppo ligi al dovere: oggi per pagare l'esoso posteggio della val dei Mocheni, sono scivolato rovinosamente su una colata di ghiaccio vicino all'odioso parchimetro: niente male come inizio di una gita dove è bene non cadere. Me la sono cavata con una botta presto dimenticata salendo veloce sulla neve dura e scorrevole. Arrivato alla forcella del sasso rosso sono sceso dalla parte opposta fino sotto la forcella d'Ezze ancora indeciso se salire la cima 7 Selle o la più tranquilla cima d'Ezze. Poi, visto che la neve si era ammorbidita col sole ma non troppo e che il ripido canale che permette di accedere la pendio sommitale di cima 7Selle aveva già scaricato, ho deciso per la più impegnativa. Ho salito a piedi il ripido canale e in cresta, circa 50 m sotto la cima, ho lasciato gli sci preferendo evitare le prime curve sul nevaio sospeso dove una scivolata significa cadere da un salto di rocce. L'ultimo tratto era in ottime condizioni e sono riuscito a farlo con la sola picozza e senza ramponi. Tornato agli sci sono sceso dal canale con neve ormai un pò troppo molla e con un traverso sono arrivato alla forcella d'Ezze per scendere dalla val di Laner.

Ancora tanta neve alle miniere
Prunn

Sasso Rotto
Forcella d'Ezze e, al centro, il ripido canale che permette di salire alla cima 7Selle

Sopra la discesa dalla forcella del Sasso Rosso, sotto in cima al canalino e, dietro la cima d'Ezze
Il canalino dall'alto

Il ripido nevaio sospeso prima della cima che, per spirito di conservazione, ho preferito fare a piedi.
Verso il Sasso Rotto

In cima


La cima da nord con il nevaio sospeso che permette di scendere dalla cima


Rifugio 7 Selle
L'enorme valanga caduta dall'Hoamonder

Altra valanga sulla strada perle miniere
Traccia

E per finire, dopo la siesta, giretto pomeridiano in Maranza con temperatura piacevolissima.


In Vigolana la neve quest'anno è un pò alta per sciare: bisogna essere disposti a lunghi tratti a piedi.

lunedì, marzo 26, 2018

Fravort

Dopo la levataccia di ieri e una notte quasi insonne oggi avevo bisogno di riposare e, a malincuore con la giornata di questa mattina, sono rimasto a letto fino alle 8.30 con l'idea di fare un tranquillo giretto in bici. Mi sono preparato, sono andato in garage a prendere la bici e, segno del destino, era bucata. Nonostante l'ora tarda l'aria era ancora fresca e ho deciso che oggi si doveva ancora sciare. A Roveda ormai ci sono i prati ma al Van Spitz è ancora inverno. Tanta neve fresca rispetto all'ultima volta permette di salire agevolmente. La pala dell'Oscivart è ghiacciatissima ed è bene affrontarla con i rampant. Nei giorni scorsi si è anche staccata una bella valanga a lastroni dal versante sud ma oggi sembrava tutto solido. In discesa, visto che non mi divertono particolarmente i pendii ghiacciati, ho provato il versante nord dell'Oscivart dove, con grande soddisfazione, ho fatto una bella serie di curve in ottima farina fino alla forestale che permette di rientrare al Van Spitz.

 La cornice da vento dell'Oscivart si è rotta in grossi lastroni che in un punto sono scivolati fino in fondo al pendio


 La bella discesa a nord ancora perfetta (non rovinata ne dal sole ne dal vento)


Finale ligure: secondo giorno

Dopo una lauta cena, una fantastica dormita, un'abbondante colazione all'agritur, riforniti di ogni ben di dio al negozietto del paesino e trasferiti a Orco, all'alba delle 11.30 siamo finalmente operativi in bici per provare i famosi sentieri di Finale. Iniziamo imboccando nel senso sbagliato un bellissimo sentiero che attraversa una gola con delle pareti e in mezz'oretta ci portiamo su una forestale che ci porterà con comoda risalita fino a Colla di san Giacomo in una nebbia sempre più fitta dove, senza aver visto il minimo panorama decidiamo di essere saliti abbastanza e iniziamo la discesa. Dopo un breve tratto di forestale imbocchiamo una serie di sentieri tracciatissimi dai bikers che con entusiasmanti passaggi ci fanno scendere fino a Feligno. Dopo una sosta caffè, entusiasti della discesa appena fatta, risaliamo qualche km per imboccare un'altra serie di sentieri invece di scendere direttamente a Finale. Sentieri belli ma lunghi e un pò più impegnativi al punto che gli e-bikers arrivano a Finale decisamente provati e intenzionati a proseguire la vacanza evitando accuratamente i sentieri impegnativi. Dopo un recupero del furgone torniamo al B&B e, dopo una lauta cena ancora con orari da Spagna, andiamo a dormire con la sensazione di una giornata piena.
 Sveglia al B&B ed esplorazione dei dintorni in attesa del risveglio dei compagni. Si vedono caprioli e daini.




 Primo tratto dove si arrampica




 Il punto massimo raggiunto: il panorama lo possiamo solo immaginare


 Tratto di fango estremo




 Iniziano i bellissimi sentieri per Feligno















 Arrivo a Feligno tutti soddisfatti
 Il secondo tratto, percorso per ingordigia, per le signore risulta un pò eccessivo












 L'arrivo a Finale con il sole non ridà la carica alle signore provate da km di su e giù su terreno spesso non facile.

 Le pareti del monte Cucco e il necessario lavaggio delle bici al B&B