Dopo 24 ore di pioggia a momenti molto forte e una visita ad Assisi quasi deserta per il Covid, ci trasferiamo sul versante adriatico dei Sibillini, nei pressi di Arquata del Tronto per una degna pasta alla Amatriciana. Nella notte si vedono le stelle ma subito dopo riprende a piovere. Al mattino sole alternato a pioggia e arcobaleni. Ci portiamo a Spelonca e, dopo una falsa partenza, respinti dalla pioggia, decidiamo di partire per i monti della Laga. Continua un alternarsi di schiarite e pioggia con vento forte. Prima per lunga sterrata, poi per mulattiera fangosissima raggiungiamo i pendii sommitali imbiancati di neve. Passiamo una prima bufera in una baracca, poi ancora su spingendo nella neve fino alla macera della morte. Ancora non si scende. Un lunghissimo traverso con neve e vento forte e poi finalmente in sella si esce dalla neve fino ad un'altra baracca. La discesa non è un vero sentiero, ma un insieme di tracce lasciate dal bestiame, radure nel bosco e, più in basso, tracce fangose lasciate da trattori e piene di acqua. Arriviamo in fondo fradici, sporchissimi e gelati ma con un bel raccolto di finferli e castagne. Solo con una doccia calda riusciamo a riprenderci.
Visita ad Assisi sotto acquazzoni e ventoPartenza dal cimitero di Spelonca
Raro momento di sole
L'inferno di fango
Pulizia bici
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