Partiti la mattina di ferragosto, abbiamo viaggiato tranquilli fino a quasi Limone con autostrade quasi vuote. Italia ferma e vacanzieri tutti già arrivati. Per fortuna siamo riusciti a trovare uno degli ultimi posti disponibili in campeggio e ci hanno anche tenuto il furgone per i 3 giorni in cui saremmo stati in giro. Il 16 partiamo al mattino con calma e, dopo abbondante colazione, affrontiamo la lunga salita asfaltata per il Colle di Tenda. Fino al bivio per Limone 1400 c'è tantissimo traffico e anche dopo c'è un bel passaggio. Siamo un pò demotivati: forse si sarebbe dovuto salire in furgone o con la seggiovia da Limone 1400. Poco prima del colle, si devia a sinistra finalmente su sterrato e il traffico si riduce a qualche moto e qualche fuoristrada: fastidiosi per la polvere ma sono pochi, basta fermarsi un attimo. Con lungo traverso si raggiunge un altro impianto (che sarebbe stato bene utilizzare) e con ripida salita si raggiunge un passo. Faccio una bella deviazione su sentiero per raggiungere il fort Pepin. Merita: panorama fantastico e bel sentiero ardito sul fianco della montagna con ottimo fondo. Poi si prosegue su bella militare molto ben tenuta con tratti molto esposti. (Per quelli che lo fanno con i fuoristrada deve essere piuttosto emozionante). La strada ricorda quella di Tremalzo, ma più esposta e molto più lunga. Poco dopo le 14 siamo già al rifugio Don Barbera dove pernottiamo. Avendo molto tempo a disposizione salgo a piedi la vetta del Margueris sperando in un diradarsi delle nebbie che non c'è. Salita e discesa sempre nelle nebbie utilizzando tracce di sentiero ed ometti per non perdermi. Peccato: deve essere stata una cima molto panoramica. Ottima cena, dormita meno buona per la stanza affollata e con un paio di russatori. Al mattino un disguido: Laura non trova più i pantaloncini da bici: probabilmente e incredibilmente sono stati rubati. Proviamo a chiedere ai compagni di stanza ma tutti negano. Le do i miei e io utilizzo le braghette da atletica che avevo portato per cambiarmi: per fortuna sono abituato a stare in sella e non ho problemi anche senza imbottitura. Il percorso continua lungo bella militare con vari su e giù. Oggi dopo poco il paesaggio senza alberi lascia spazio a boschi di larici. Le nebbie salgono già verso mezzogiorno e limitano la visibilità. Fin qui la scelta di utilizzare la front 29 in carbonio sembra ottima. Già nella discesa al rifugio Allavena inizio a rimpiangere la full-suspended. Arriviamo presto al rifugio Gray (incustodito) e dispiace perdere 400 metri (che dovremo rifare il giorno dopo) per scendere al rifugio Allavena. Ottima cena, buona dormita ma colazione un pò carente. (forse meglio così vista la partenza in salita molto sconnessa). In meno di un'ora riguadagnamo il dislivello perduto ed iniziamo la traversata del Toragggio, tratto chiave della traversata. Lunghi tratti di sentiero a tratti sconnesso ed esposto fanno rimpiangere adesso enormemente la full-suspended. Le pendenze comunque non sono mai eccessive e si riesce comunque a percorrere quasi sempre in sella il lunghissimo e impegnativo tratto di sentiero. Con sollievo si arriva ad una mulattiera e poi una forestale fino al rifugio Gau. Pausa caffè e ancora avanti scendendo a destra prima per un breve tratto di forestale e poi per un'interminabile strada militare (20km) scassatissima dove la front in carbonio rivela tutti i suoi limiti. Si raggiunge con sollievo l'asfalto e dopo qualche ultima risalita si cala a Ventimiglia e si conclude il giro con un bel bagno in mare. Alle 17.30, senza problemi, riusciamo a montare con le bici sul treno che in un'ora e mezza ci riporta a Limone.
Fort Pepin
Rifugio Don Barbera
Margureis
margureis
Rifugio Gray
Passo Incisa
Tratti esposti sotto il Toraggio
Tratto della corda fissa
I 20 km di militare sconnessa
Arrivo a Ventimiglia
In attesa del treno per tornare a Limone
Dal col di tenda a Casterino
bagno in val di Roja
Montecarlo
Nizza
Tracce
Primo giorno
Secondo e terzo giorno (Con salita alla vetta del Margueris)
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