Dopo il giro di ieri a Molveno, con temperature miti nonostante il cielo bigio, oggi immaginavo neve fin troppo morbida se non di sfondare nel manto che collassava, ma ero troppo pigro per alzarmi presto e andare da solo fino al confine, l'unica zona dove ancora si può sciare.
Albero fiorito a S.Massenza, neanche fossimo a Palermo.
Invece, nonostante i 7 gradi a Trento, la pioggia della notte ha gelato vetrificando tutte le superfici. Particolarmente pericolosa mi è sembrata la pista da fondo, dura come un pattinaggio. Nel tratto ripido esposto sopra Cavedine ho trovato utilissimi i rampant e per l'ultimo tratto del Cornetto ho utilizzato picozza e ramponi. In discesa molta cautela e ricerca dei tratti meno ripidi per non scivolare sul vetrato dove le lamine stentavano a tenere.
In fondo al vallone ho ripellato per salire alla cima verde dal percorso delle cenge. (Qualche passaggio ripido è da fare a piedi)
La discesa da cima verde, prima per un tratto durissimo (che non invogliava assolutamente a cercare i pendii ripidi a destra del versante ovest) e poi per un bosco con neve sporca di rami e aghi portati in giro dal vento in un'orrida alternanza di tratti ghiacciati e croste insciabili: già una buona cosa essere arrivato in fondo con le gambe ancora intere.
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