E in effetti, questa mattina, il Corno mi faceva un po’ di
paure: innanzi tutto paura di aver comprato una bici troppo pesante per le mie
possibilità e di arrivare in cima distrutto al punto di non divertirmi più in
discesa, come quando, qualche anno fa, giravo con una Cannondale che mi aveva
tolto il piacere di andare in bici in compagnia. Poi anche paura di bucare le
gommone, di non riuscire a riparale e di dover fare una scarpinata terribile
per arrivare al furgone. (Sarà bene che provi a smontare una gomma in garage …)
Invece tutto bene: sono salito tranquillamente al passo
degli altri ignorando gli scatti e cercando di risparmiare il più possibile le
energie (conscio che 1400 metri di dislivello su asfalto non sono il terreno
migliore per una FAT) e, alla fine, sono arrivato in cima alla salita quasi
riposato e comunque in ottime condizioni per godere appieno la discesa. C’era
anche qualche macchia di neve per provare le ruotone: si passa bene ma,
comunque, rimango dell’idea che sulla neve si va con gli sci! Sulla discesa
sconnessa, all’inizio, ho faticato non poco a tenere il ritmo dei
biammortizzati. Poi ho abbassato la pressione delle gomme e sono diventato
competitivo anche in velocità. Grande soddisfazione invece sui tratti ghiaiosi
e di sassi smossi dove la FAT dà sicuramente il meglio di se permettendo di
scendere in velocità e con ben maggiore sicurezza.
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