venerdì, maggio 05, 2017

Pisgana



Dopo 2 giorni di gelide lavate in bici, finalmente il tempo si mette al bello e decidiamo di tornare al Tonale per fare la sciata mancata la volta precedente. Per non perdere tempo ed energie prendiamo la seggiovia così alle 8.30 abbiamo già gli sci ai piedi e ci godiamo la discesa al rifugio Mandrone in condizioni inaspettatamente perfette. Attraversate le piane dei laghetti mettiamo le pelli e iniziamo a risalire. Fa subito un gran caldo e, siccome la neve nuova non sembra molta, decidiamo di salire direttamente al più ripido e diretto bocchetto di Pisgana. Man mano che saliamo il caldo aumenta, si forma lo zoccolo sotto le pelli e lo spessore della neve è sempre più significativo. Dalle  pareti laterali scaldate dal sole continuano a scendere valanghe. Sotto il passo la pendenza è notevole e la neve fa strani rumori d'assestamento al passaggio. Inizio a dubitare che sia prudente passare. Dopo un primo dietrofront a causa di un rumore che mi spaventa, provo a salire a zete strette lungo un pendio già scaricato fin sotto le rocce con l'idea di attraversare sotto la parete fino al passo per non aver una massa di neve sopra. Appeno esco dal pendio svalangato la neve è poco consistente e ho una gran paura di trascinare tutto a valle con il mio peso. Torno sui miei passi ed inizio a valutare di tornare indietro. Alessandra vuole provare a passare. Arriva al punto dove sono tornato indietro e prosegue: va tutto bene. Forse sono stato troppo conservativo? Anche Anabella, leggerissima passa tranquilla. Visto che sono molto più pesante non sono ancora del tutto tranquillo. Slaccio la zaino, tolgo le cinghiette delle racchette, mollo gli attacchi e, stando il più leggero possibile passo e va tutto bene. Poi, per non aggiungere ulteriori rischi, caliamo sul ghiacciaio per evitare un altro traverso non obbligatorio. Rimettiamo le pelli e saliamo con faticosissima traccia verso un passo che ci permette di svalicare sulla vedretta del Pisgana. Con un lungo traverso, passando fra due grandi crepacci ben visibili, ci portiamo in cresta per vedere Adamello e Corno Bianco. La discesa è bellissima in polvere invernale fin sopra il lago. Poi, per fortuna, lo spessore della neve nuova e nona assestata cala e riusciamo a scendere nel lago facendo scaricare piccole valanghe. Sotto si scende su neve pesante ma ancora ben sciabile fino alla stradina già tracciata da una compagnia scesa dal Pisganino. Si scende agevolmente fino a quota 1700 circa e poi, sci in spalla, in una mezzora arriviamo in fondo dove, con grande fortuna, Anabella incontra un amico che la accompagna in macchina al Tonale a prendere il furgone. L'autostop sarebbe stato impossibile: nella mezzora di attesa non abbiamo visto neanche una macchina salire verso il Tonale. 

Oggi pericolo 4: forse non era proprio esagerato


Sopra il San Matteo, sotto il Corno dei 3 signori



Prima discesa dal bocchetto degli sciatori incredibilmente bellissima.



Il rifugio Mandrone












Pericoloso traverso al passo del Pisgana
Alessandra sul punto più pericoloso.


Scendiamo sul ghiacciaio per evitare ulteriori rischi sui pendii a destra.


















Il lago del Pisgana











Qui la traccia GPS (con grossi errori sul dislivello)

Qui la traccia completa con giro largo dal passo Venezia


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