Dopo un mese di siccità e sentieri polverosi, dopo un paio di pomeriggi a quasi 30 gradi in ci si faceva il bagno al lago come d'estate, è arrivata l'acqua. Ma quasi subito ci si è accorti che era troppa: in 2 giorni la pioggia di due mesi. Ma il peggio non è stata l'acqua: è stato l'uragano che ha distrutto in un attimo ettari di foreste in Trentino, Alto Adige e Veneto. Milioni di alberi secolari sradicati o spezzati a terra. Paesaggio irrimediabilmente rovinato e l'habitat di bikers e sciatori distrutto. Ci vorranno 100 anni per ripristinare le foreste, ammesso e non concesso che passino altri 100 anni prima di rivedere un evento simile. Di fronte ad un simile disastro viene da pensare a come è trascurabile il nostro misero sforzo di preservare l'ambiente: una perturbazione in poche ore ha fatto molto peggio che se si fosse realizzato un carosello di impianti per collegare Lusia alla Panarotta attraverso il Lagorai. E purtroppo non è un evento eccezionale: già ne avevamo avuto un assaggio l'anno scorso su scala molto più ridotta.
Dopo la siccità le salamandre si godono la pioggia
Strage di alberi in Costalta
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