martedì, novembre 03, 2015

Renon e altopiano del Salto.

La zona della val Sarentino e dintorni con questi colori autunnali mi è piaciuta così tanto che non potevo non tornarci: avevo anche la responsabilità di far sfruttare adeguatamente uno degli sporadici giorni di ferie del povero Giamba e, quindi, dovevo andare sul sicuro. Con questo programma è stato piuttosto facile corrompere anche Stefano mentre Bobo è stato misteriosamente incorruttibile è ha portato avanti la sua missione di incrementare il PIL. Alle 7 eravamo già a Bolzano alla volta della funivia per Soprabolzano. Salendo ci siamo sentiti un pò in colpa per aver ridotto così il dislivello ma più avanti ci siamo resi conto che era indispensabile. Dopo la comoda salita in funivia ci siamo sentiti in largo anticipo e siamo andati avanti con super calma fotografando ogni angolo. Abbiamo ignorato la seggiovia del Renon incredibilmente aperta (più tardi ci saremmo pentiti) e su verso la cima sempre con grande calma. Stefano è un pò indietro e si lamenta che non si sente in grande forma: non mi preoccupo: abbiamo fatto neanche 1000 metri di dislivello e per i suoi standard siamo appena partiti. Coma al solito, dopo i 2500 metri di dislivello inizierà a lasciarci indietro. Iniziando ad intuire che l'itinerario non è proprio corto lasciamo perdere la cima del Renon e traversiamo sotto. Delle indicazioni per la Croce di Latzfons ci traggono in inganno: si tratta di un percorso da fare a piedi ma, quando arriviamo a questa conclusione e caliamo a valle alla ricerca di un itinerario più ciclabile, abbiamo perso parecchio tempo ed energie. Arriviamo in vista della chiesetta già piuttosto provati e al passo che ci permette di scendere a Sarentino ci concediamo una breve pausa pranzo. Abbiamo già accumulato un'ora di ritardo sulla tabella di marcia ed inizio a dubitare di poter arrivare in fondo senza tagli. Cerchimo di recuperare in discesa: la prima parte è tecnica ma dopo si scende rapidi prima per forestale fino a San Martino e poi per asfalto fino a Sarentino. Attivo sul gps la traccia di una tappa della transalp che aveva trovato Giamba ed iniziamo a seguirla. Si sale per un'interminabile strada forestale prima asfaltata e, poi, finalmente bianca. Abbiamo fame e sete e diamo fondo perfino alle scorte di Stefano che credevo inesauribili. Nell'ultima parte della salita facciamo anche un taglio  ripido ad un grande gomito della traccia. Sicuramente abbiamo risparmiato qualche Km ma dubito di aver risparmiato fatica. Scolliniamo sotto la cima degli ometti di pietra e, identificata una traccia che gli gira intorno, nessuno ha niente ad obiettare all'idea di saltare la cima. L'itinerario comunque si rivela bellissimo sia come sentiero che come paesaggio al punto di non farci rimpiangere la cima. Al passo sotto San Giacomo la traccia scende a Meltina e poi prosegue verso Terlano con ancora bei tratti di sentiero tecnico. A dei masi si attraversa un bellissimo ponte sospeso e, dopo, l'ultima salita della giornata. Arriviamo a Terlano che ormai è buio pesto e devo far appello a tutta la poca dignità rimasta per non andare ad elemosinare un passaggio da Ruth. Proseguiamo lungo la ciclabile alla luce delle frontali, attraversiamo Bolzano e, dopo un'interminabile dozzina di Km al buio e al freddo arriviamo finalmente al furgone. Per fortuna non ci scoliamo la mitica birra Pejo di Giamba: sono così svuotato che mi sarei addormentato sul colpo e avremmo dovuto passare la notte a Bolzano nel furgone. Infatti, quando me la sono scolata a casa, dopo poco sono crollato. Alla fine 2800 metri di dislivello e 96 Km: in questa stagione con le giornate corte, quasi troppo.

 Funivia per Soprabolzano












 Sotto il Corno del Renon









































 Finalmente in vista della Croce di Latzfons








 Al valico per scendere in Valdurna
















 Sarentino



 Al valico sull'altopiano del Salto le ombre sono già lunghe



 Meltina




 Sopra Terlano

 Arrivo al buio





Qui la traccia Gps

Nessun commento:

Posta un commento