Dopo la giornata meravigliosa di
giovedì, il solo fatto che le previsioni parlassero di nebbie basse,
diminuzione delle temperature, velature e vento in quota mi aveva un po’ demotivato.
Allora, accantonata l’idea del giro del Sass da Putia, abbiamo deviato sul
classico Totoga. Un giro che sta sempre sotto i 1700 metri di quota che non
esce dalla vegetazione e dove il sole non è troppo importante. Il giro delTotoga è bello ma un po’ corto per i nostri standard per cui, di solito l’ho
sempre accoppiato alla micidiale salita all’altopiano della Vederna da Siror.
Questa volta, invece, su idea di Stefano abbiamo pensato di andare a vedere il
paesino semi-abbandonato di Bellotti che si vede salendo al Totoga sul versante
opposto della valle del Vanoi. Durante il viaggio, già dopo Levico, siamo
entrati in una nebbia fittissima da val Padana dalla quale siamo usciti solo
nella valle del Cismon. Siamo saliti al Totoga saltando il tratto a piedi per
arrivare sulla cima per non perdere tempo per il lungo tratto nuovo dove
abbiamo pensato che sarebbe bene non scendere di notte. Pausa panino al
rifugetto e poi giù per la discesa: bella ma quasi troppo facile e scorrevole
rispetto a quelle a cui mi sono abituato. Alla forestale deviamo verso la
Gobbera senza scendere alla chiesetta di San Silvestro e perdendo però un
tratto molto significativo di discesa. Visto poi che dalla Gobbera a canal san
Bovo siamo scesi per asfalto, forse sarebbe stato meglio scendere nel Primiero
e poi attraversare dal tunnel sotto la Gobbera. La salita al Brocon (che
ricordavo durissima perché l’ho sempre fatta come rientro da giri esagerati),
visto anche il ritmo più che tranquillo con cui l’abbiamo affrontata, è passata
senza fatica e poi, finalmente siamo entrati in territorio nuovo e, come al
solito in veneto, senza la minima indicazione. Aiutandoci con la cartina
Tabacco e la mappa del GPS siamo riusciti a trovare il rifugio Croset (nessuna
indicazione, quasi introvabile: penso che anche in stagione non veda molta
gente). Avevamo ancora un po’ di paura
di non trovare come proseguire e di dover tornare indietro o di trovare
qualcosa di non ciclabile: eravamo ancora molto lontani dal fondovalle e con un’ora
e mezza prima del buio. Invece, abbiamo trovato una bellissima mulattiera
scorrevole e con fondo morbido tutta facilissima (salvo un paio di passaggi)
che in un attimo ci ha portato a Bellotti. Il paesino, incredibilmente, è
abitato: incontriamo prima un cane e poi una signora e i camini di un paio di
case fumavano. C’è solo una teleferica verso il fondovalle e, per arrivarci,
solo una mulattiera di almeno un’ora da fare a piedi o, al massimo con una
moto. Un posto bello , ma forse un po’ troppo isolato anche per me. (anche se,
piuttosto che vivere a Milano …). Sotto la mulattiera continua bellissima fino
ad un bivio: dritti si va verso Lamon, a sinistra si scende con qualche tratto
troppo difficile che ci costringe a scendere dalla bici. Si tratta comunque di
neanche 5 minuti e si arriva al ponte sospeso sulla gola del Vanoi che ci
permette di attraversare e riportarci sulla vecchia strada abbandonata dopo l’apertura
della galleria del Vanoi.
Un gran bel giro e un’ottima alternativa
al giro di Vederna. Anche se la salita al Brocon è tutta su asfalto e un pò
lunga, dopo la discesa è così bella che merita di diventare una classica.
Lungo gli oltre 40 tornanti del Totoga, sotto, verso il Brocon
Il rifugetto poco sotto la fortificazione
Sopra la valle del Vanoi, sotto il Cimon della Pala
La Pala
Sopra Sass Maor e cima della Madonna, sotto la chiesetta di san Silvestro
In valle rimangono le nebbie
Canal San Bovo
Il Cece
Sopra il Brocon
Arrivo a Bellotti
Il ponte sul Cismon
Qui la traccia gps
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