Oggi avevo a disposizione solo la mattina ma, con una
giornata così perfetta, e soprattutto con le previsioni pessime per i giorni
successivi, dovevo fare qualcosa di significativo. Partenza alle 7 da Mori alla
volta dell’Altissimo. Siamo saliti per stradine in gran parte asfaltate ma
ripide e molto poco frequentate per
Sano, Castione e poi Festa fra belle campagne e boschi di castagni con
bellissimi colori autunnali aiutati da ottime indicazioni. Dopo Festa, seguendo
le indicazioni per san Giacomo, la strada cementata finisce per un tratto di
sentiero che, dopo poco, diventa troppo ripido per restare in sella. Un breve
tratto a spinta e poi si ritrova una stradina che arriva a san Giacomo. Di qui
tutto asfalto fino a San Valentino e, poi, fino al rifugio Graziani. Anche se
siamo sulla strada principale il traffico è quasi inesistente e saliamo
tranquilli godendoci il panorama e cercando di tenere le forze per l’ultimo
impegnativo tratto che, senza FAT, non ero mai riuscito a pedalare
completamente. Un breve riposo al rifugio e poi via verso la cima. Il primo
tratto è il più ripido e sconnesso ma riesco a farlo quasi interamente. (metto
giù un piede una volta perché perdo un attimo l’equilibrio, ma riparto subito).
Stefano, che ha preso il tratto ripido con più calma, porta in cima la sua FAT tutto
d’un fiato. Per la bici di Bobo, invece il terreno è decisamente troppo smosso.
In cima ci spostiamo verso ovest per ammirare il lago. C’è sole, fa quasi
caldo, è veramente un peccato dover rientrare in fretta. Facciamo una discesa
che mi hanno insegnato quasi 20 anni fa e che ricordo bellissima anche con le
bici di allora. Con la FAT è ancora più bella: dà una sicurezza anche sui
passaggi più ripidi e accidentati che mi dà la sensazione di non essere
invecchiato. Ci godiamo la cresta, il tratto ripido, ogni singolo tornante del
sentiero che scende sul versante nord, i larici gialli, il cielo azzurro, …
Troppo il fretta si arriva al rifugio Campei. Con un colpo
di fortuna, poco sotto il rifugio riusciamo a trovare un bellissimo sentiero
per Festa che ci permette di evitare la ripidissima cementata mangia freni che
scende sulla Brentegana. Sotto Festa riusciamo a trovare ancora un bel sentiero
fino a Brentonico ma poi, un poi per la fretta di rientrare, l’ultima parte
della discesa non è stata all’altezza di questo giro. Ricordavo una bella
discesa da Crosano, ma devo aver sbagliato qualcosa perché, dopo esserci persi
nella campagna e scavalcato anche la recinzione di una proprietà privata, siamo
calati a valle per la prima strada asfaltata che abbiamo trovato per non
perdere troppo tempo. Chi dovesse seguire la traccia, è bene che la abbandoni a
Brentonico per trovare una discesa più significativa.
Per Red è forse un pò troppo facile ...
Bellissimi castagni
Sopra l'Altissimo, sotto il Zugna
Sopra la piana di Festa, sotto la malga Mortigola
Il versante sciistico dell'Altissimo da San Giacomo.
La strada per il rifugio Graziani
L'ultimo tratto verso la cima, a tratti impegnativo per il fondo estremamente sconnesso (che comunque, per le FAT, non è un problema.
Il Carè Alto
Sopra Riva del Garda, sotto il lago di Ledro.
Sopra cime d'Ambiez e Tosa, sotto la Presanella.
Pregasina
Verso il fondo del lago la visibilità era limitata dalle nebbie
La discesa lungo la cresta.
Qui un breve video della parte alta della discesa.
Il tratto ripidissimo sopra la bocchetta dove si scende verso nord.
Sopra panorama verso Arco, sotto la val di Gresta e lo Stivo.
Mori dal rifugio Campei
Sotto il rifugio troviamo un fantastico sentiero che ci porta fino a Festa, evitando la cementata ripidissima che porta sulla strada brentegana.
Bobo cade e si ribalta a causa, probabilmente, di un ostacolo nascosto fra le foglie.
Ma, per fortuna si riprende subito e, dopo pochi metri va come prima.
Ferita lieve ma una bella botta nel casco ben visibile in alto a destra: senza poteva andare molto peggio. Forse dovrei metterlo anch'io ..... è vero che con la FAT il pericolo di una caduta si riduce di molto, ma è anche vero che si tende a fare passaggi sempre più difficili e, quindi, il rischio non varia.
Qui la traccia GPS
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