Oggi eravamo indecisi fra cima Tuckett (vicino allo Stelvio) e un giro in Brenta. Poi è prevalsa la pigrizia e abbiamo deciso di non fare troppo km. Avevamo paura di dover portare troppo gli sci, invece, anche grazie all'abilità del nostro autista, siamo riusciti a salire la stradina lungo la pista superando diversi tratti di neve ghiacciata arrivando al divieto di transito (come i fuoristrada) a 10 minuti a piedi dalla pista innevata. Gran freddo già dalla partenza (-4,5 °C) ma tempo splendido. Man mano che si sale, anche in pieno sole, si stenta a scaldarsi e oltre le piste si alza anche un venticello gelido che costringe a usare giacca e quanti invernali anche in salita. Sul tratto ripido che porta in cima mettiamo i ramponi ma ci sono delle belle peste e si potrebbe anche salire senza. In cima è freddissimo e decidiamo di scendere subito dalla parte opposta saltando i 40 metri di roccette che portano sulla cima vera e propria. All'inizio del ripido canale si vede un rassicurante spolverino che nasconde il ghiaccio. E' un'illusione: la polvere è troppo poca e sotto c'è un fondo duro come l'ho visto poche volte. Si scende con gran cautela consci che una scivolata vorrebbe dire gratuggiarsi per 200 metri fino in fondo al pendio. Ma il peggio non è ancora venuto. Fatto il primo scivolo si raggiunge una bocchetta che immette in un altro canale ancora più ripido e dove sopra il ghiaccio non c'è neanche l'illusione della polvere. Scendo piuttosto teso, con qualche derapata e calcolando bene ogni curva e arrivo in fondo piuttosto provato, al punto che, quando sento che i compagni decidono di rinunciare a cima Sella e di rientrare protesto con poca convinzione. Risaliamo fino sotto cima Grostè e poi rientriamo lungo le piste contro un vento sempre gelido nonostante sia passato mezzogiorno: oggi neanche a 1800 al sole la neve molla.
Presanella
Cima Grostè
Canali ghiacciatissimi: non sono molto ripidi ma con la neve così ghiacciata sono decisamente impegnativi
Qui la traccia GPS
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