(solo un giretto in E-FAT) e le previsioni di
sole pieno, la voglia di sciare era al massimo. Il temporale e il
brutto tramonto non hanno indebolito la fiducia nelle previsioni (si
crede sempre a quello che si desidera). Ma quando la mattina ho visto
tutto nuvolo e il radar dava qualche pioggia ho iniziato a dubitare:
ormai però mi ero alzato alle 4, nessuno degli amici ha telefonato
per esprimere perplessità, e allora via. Quando però, imboccata la
val di Sole pioveva e si intravedevano nelle nebbie cime imbiancate
ho avuto una certa nostalgia del letto caldo. Ma, ormai eravamo
quasi arrivati … A Malga Mare nevischio, vento forte e qualche cm
di neve su un
terreno ormai pulito fino a ben oltre i 2400 metri. La stagione dello
sci deve concludersi con una gran fregatura (altrimenti non vorresti
mai smettere) e quindi mettiamo gli sci sullo zaino e iniziamo la
lunga camminata per pian Venezia. Fa un freddo a cui non sono più
abituato e impiego una buona mezzora a riscaldarmi. A pian Venezia
situazione desolante: sassi che affiorano ovunque nascosti da 15 cm
di polvere spazzata dal vento. L'ideale per distruggere gli sci.
Nessuno dice niente
e continuiamo faticando a trovare un punto per guadare il torrente.
Poi, piano piano, man mano che saliamo, il vento si calma un po' , le
nuvole si aprono e il sole potente ci scalda. Dopo un po' anche il
Cevedale si libera dalle nebbie e iniziamo a diventare consci della
gran sciata che ci aspetta. In cima il vento è ancora molto freddo e
non ci fermiamo molto ad ammirare il super panorama. Decidiamo di
rischiare a scendere dalla vedretta rossa. Almeno i pendii sono più
continui, anche se c'è l'incognita del canale finale. Si rivela una
grande scelta: i primi 800 metri sono fantastici: polvere perfetta
per la quale ormai ero rassegnato ad aspettare il prossimo inverno.
Più sotto si appesantisce ma, rispetto a quello che abbiamo trovato
ultimamente, sempre perfettamente sciabile. Sorprendentemente il
canale era innevato. Neve pesantissima scaldata dal sole, ma si
riesce a scendere. In vari punti ci sono dei buchi nella neve dove
scorre il torrente, ma con un po' di attenzione si passa. A metà,
una cascata con un salto di 4 metri sbarra la strada. Riusciamo ad
evitarla sulla sinistra scivolando su una ripida paretina di ghiaccio
molle per il caldo, ma abbiamo paura di trovare la strada sbarrata
più sotto. Risalire a questo punto sarebbero 1000 metri sotto il
sole di mezzogiorno. Per fortuna siamo riusciti a passare (con questo
caldo non so ancora per quanto sarà possibile) e, incredibilmente,
a scendere fino quasi all'altezza del posteggio.
A pian Venezia viene ancora voglia di tornare a casa: poi, miracolosamente, si apre.
Iniziamo a capire che ci aspetta una gran sciata
Sopra il Cevedale, sotto il Vioz
Sopra il Gran Zebrù
Sopra San Matteo e Tresero, sotto l'arrivo in cima
Sotto la diga del Careser
Il canale finale
Qui la traccia GPS
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