Per la domenica le previsioni erano buone e speravo in qualche cm di polvere su fondo duro. Per andare sul sicuro, ho pensato di tornare al Cece, dove ci era andata benissimo mercoledì. Invece, a parte la folla prevedibile dopo il report su Over the top, alla partenza la situazione era molto diversa dal previsto. Altro che polvere: 10 cm di neve bagnatissima e grosse pozzanghere. Per evitare la folla e per fare un giro nuovo decidiamo di salire dal versante del lago di Cece. Al lago si arriva per bei boschi ma su una lunghissima forestale quasi piana sempre tracciando nella neve marcia. Poco prima del lago, compare il sole e, anche se le aspettative per la sciata diventano sempre più scarse, l'ambiente è bellissimo. Oltre il lago c'è stato rigelo e la marmellata si trasforma in orribile crosta. Solo più in alto la crosta diventa portante (per tutti tranne per Bobo che sprofonda e rimane indietro imprecando per la sua mole). I pendii più ripidi hanno scaricato il giorno prima e si riesce così ad arrivare in cresta senza rischi, dove ci ricongiungiamo alla salita classica e percorriamo l'ultimo tratto nell'affollamento. Mentre siamo in cima arrivano le prime nebbie, il panorama se ne va, e anche il contrasto sparisce per complicare ulteriormente una discesa che si preannuncia poco piacevole. Decidiamo per i canali che scendono a destra della via normale di salita, già scesi mercoledì. Sono ripidi ma confidiamo nel fatto che i pendii abbiano già scaricato e di poter sciare sulle valanghe invece che sulla crosta. Si è rivelata un'ottima scelta. Gran parte dei pendii avevano scaricato completamente lasciando il fondo duro e ghiacciato di mercoledì dove si sciava agevolmente. Più in basso la crosta era sciolta e, con fatica, si riusciva a curvare. Solo sul sentiero, già percorso da decine di sciatori, c'era un'ottima traccia che permetteva di scendere con facilità. Alla fine la gita è stata meglio di mercoledì dal punto di vista fotografico, ma dal punto di vista dello sci, è stata accettabile solo grazie ai nuovi sci larghi.
Verso le Pale
L'ultimo tratto ripido per arrivare in cresta è già svalangato
Appare il dente di cece
La cresta della salita classica affollata
Marco scende dalla cima per niente spaventato dalle croste
Orem finalmente compare dietro la cresta
Discesa solitaria nei valloni spazzati dalle valanghe del giorno prima. La neve era molto di più dei pochi cm che mi aspettavo e le valanghe di dimensioni notevoli. Altro che il pericolo 2 di cui parlavano sabato!
Qui la traccia GPS
E nel pomeriggio, un bel giro in bici fra Levico e Caldonazzo
Chiesetta di San Valentino
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