Questo giro nasce da un'idea trovata su mtb forum: un bellissimo giro di Nonnocarbo con stupende immagini che però rimandavamo da un pò di tempo a causa di un certo senso di inferiorità nei confronti dell'autore. Già l'anno scorso, scendendo da una discesa da lui definita come veloce e scorrevole sul Sammemberg, ci eravamo divertiti ma sicuramente la nostra definizione sarebbe stata: discesa con numerosi tratti molto tecnici. Anche altri itinerari di Nonnocarbo mi lasciavano quanto meno perplesso riguardo la ciclabilità con il mio livello di tecnica: basti pensare alla prima parte della discesa dal rifugio Similaun al lago di Vernago. Viste le premesse, mi ero preparato ad una bella camminata con la bici al seguito e ho deciso di affrontarla con la FAT e un paio di scarpe salomon molto comode per scarpinare. (Anche se avevo appena montato i pedali shimano con anche l'attacchino da un lato). Siamo partiti dal posteggio degli impianti, abbiamo raggiunto San Nikolaus e ci siamo raccordati con la traccia del giro scaricata da mtb-forum. All'inizio si sale su una stradina asfaltata fra prati verdissimi e bellissimi masi in legno pieni di fiori. Il sole si fa apprezzare e subito ci riscaldiamo dopo il tratto all'ombra in fondovalle. Con l'aiuto della traccia gps troviamo agevolmente la strada nei numerosi bivi e in una decina di km di salita con ritmo al risparmio (pensando di tenere le energie per i tratti tecnici) arriviamo alla stazione a monte degli impianti di risalita. Qui parte in leggera salita un sentiero appena fatto con fondo perfetto assolutamente meglio delle più ottimistiche aspettative. Decidiamo di abbandonare la traccia di Nonnocarbo: è vecchia di qualche anno, forse hanno fatto un sentiero nuovo e possiamo migliorare il giro. E, ci rimarrà il dubbio di come sarebbe stato il percorso originale, ma questo, per un paio di km è stato perfetto. Poi il percorso nuovo finisce e continua un sentiero più tecnico che ci costringe a mettere a terra i piedi qualche volta e che in breve ci riporta sulla traccia dove si procede di nuovo con più facilità. Si entra in un vallone profondo e si esce dal lato opposto, sempre stando quasi sulla stessa curva di livello e poi, come ci aspettavamo il sentiero nuovo finisce e c'è un primo tratto da spingere. E' comunque breve e, dopo poco si riesce a stare in sella, almeno a tratti. Le difficoltà per me sono notevoli (senza FAT probabilmente la percentuale di ciclabilità sarebbe calata drasticamente) ma, con un pò di concentrazione si riesce a divertirsi. Prati, coste ripide, ponticelli, larici radi: paesaggio fantastico. Dopo un'oretta di percorso veramente all-mountain, sempre seguendo fedelmente la traccia gps, si arriva ad una malghetta dove ci facciamo un'ottima fettona di torta alle pesche incredibilmente a soli 2 euro. Il percorso prosegue all'apparenza non molto ciclabile e mi pare di vedere uno sguardo ironico nel malgaro che ci vede in bici pero, con un pò di equilibrio e molto impegno si riesce a stare in sella oltre ogni aspettativa. Dopo un pò si vede lontano il lago di Fontana Bianca, punto di arrivo dell'alta via. In realtà sarà molto più lontano a causa dei numerosi dentro e fuori e saliscendi dalle infinite vallette che scendono prima dall'Orecchia di Lepre e poi dal pulpito di Flim. Il percorso continua molto tecnico, con qualche breve tratto a piedi, ma nel complesso divertentissimo. Andando avanti iniziamo a pensare di esserci avvicinati al livello tecnico del mitico Nonnocarbo e iniziamo a fantasticare di riconsiderare altri suoi itinerari che avevamo classificato come da portatori. Per gran parte del percorso non si incontra nessuno e i rari pedoni si spostano educatamente guardando con rispetto e meraviglia dei ciclisti sull'alta via: nonostante la pubblicità di mtb-forum non credo siano passate molte bici. Dopo varie ore si arriva sopra il lago di fontana bianca e, con qualche tornate decisamente troppo stretto, arriviamo più che soddisfatti alla mitica casa del canederlo dove ci gratifichiamo con un piattone accompagnato da una birra convinti che la traversata sia ormai finita e ci aspetti un banale rientro. Invece, ripartendo la birra e i canederli non sono l'ideale e ad ogni contropendenza si fanno sentire: anche la birra forse era troppa: per fortuna che non hanno introdotto la prova del palloncino per i biker sui sentieri. Si gira intorno al lago e si imbocca il sentiero 107 per Santa Gertude: a tratti impegnativo ma decisamente più facile dell'alta via. Poi dopo un breve tratto su asfalto, sempre seguendo fedelmente la traccia, ad un tornante imbocchiamo la via dei masi che per stradina ma anche con numerosi tratti di bellissimi (ma facili) sentieri ci riporta alla macchina.
Alla fine, solo 42 Km e 1740 metri di dislivello ma così tecnici e gratificanti che sembra di aver fatto molto di più.
Arrivo degli impianti ed inizio dell'alta via.
Primi km di sentiero da Svizzera
Il punto in cui il nuovo sentiero finisce ed inizia la vera alta via.
Il lago Zoccolo da dove siamo partiti.
Lontanissimo il lago di fontana bianca.
In rosso le variazioni/aggiunte rispetto al percorso originale di Nonnocarbo.
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