Approfittando di una mattina scarsa di libertà di Stefano, partiamo assurdamente presto per il giro della val d'Algone. Ritrovo alle Sarche dove lascio il mio furgone e proseguiamo con la sua macchina fino all'imbocco della val d'Algone. Alla partenza è decisamente fresco e si sale in maniche corte solo perchè la valle è decisamente in salita. Rispetto ai calori della settimana scorsa è bellissimo guadagnare quota quasi senza sudare e con metà fatica. Chiaccherando e pedalando più che tranquilli in meno di due ore siamo già al colmo del giro, dove inizia il sentiero che scende al lago di Valagola. Purtroppo niente sole e la pioggia del giorno prima non è asciugata minimamente. Il sentiero pieno di fango e radici è scivolosissimo e, anche se è abbastanza facile, bisogna scendere con grande cautela. Sopra il lago c'è ancora una nebbiolina fredda che non invita assolutamente a fare il bagno. Sotto si scende veloci per forestale umida e fredda e affrontiamo con grande piacere la contropendenza al sole dopo l'albergo val Brenta. Solo a Pinzolo il sole ci scalda e ci invoglia a togliere le giacche. La ciclabile della Rendena è piena di turisti a piedi e in bici e ci costringe ad uno slalom veloce e in circa 4 ore chiudiamo il giro all'imbocco della val d'Algone. Stefano corre a timbrare e io continuo il giro: anche se sono in bassa quota la temperatura è piacevole e sono quasi pentito di aver portato il furgone alle Sarche e non poter continuare fino a Trento. Salgo a Stenico, Sclemo, poi scendo a Tavodo, risalgo a San Lorenzo, Nembia, sterrata per Ranzo e giù dalla cementata della gola fino al lago di Toblino. Ci sono solo 28 gradi, è quasi un peccato montare sul furgone. E, dopo oltre 2000 metri di dislivello e 90 Km, poco dopo le 13 sono già a casa. Dopo un lauto pranzo e, visto che il tempo è molto meglio che al mattino e che ho ancora un paio d'ora libere, visto che comunque le gambe non sono stanchissime ma comunque non proprio in grado di godersi un giro in velocità, decido per un pomeridiano in e-bike. Bellissimo: solita sensazione di avere le gambe di più che nuove. Sono salito al Cimirlo, inizialmente a poco più che con una bici normale (la prima parte del percorso è ondulata e quindi si superano facilmente i 25 Km/h rimanendo senza aiuto). Dall'inizio della salita vera e propria, a Povo, l'aiuto si fa sentire. Pur in modalità eco, salgo spingendo un pò oltre i 20 Km/h dove con il titanio e le gambe fresche difficilmente supero i 12 Km/h. Supero accelerando (modalità tour) un paio di ciclisti che sembrano quasi fermi (un pochino mi vergogno ma sono così veloce che non arriavano neanche a vedere che ho la bici elettrica) e in un attimo sono ai colmi. Proseguo sempre con un passo da fantascienza per Fontana dei Gai provando anche la modalità sport. Dopo prendo la forestale che va verso malga Nova e per le ultime due rampe ripide e in pessime condizioni per le recenti piogge uso anche la modalità turbo (sullo sconnesso, si sale così bene vista la velocità che mi vengono dei forti dubbi sulla necessità di una FAT o di una FULL: direi che sarebbero significative solo in discesa) e in un attimo arrivo al colmo. 40 minuti contro più di un'ora con una bici leggera, gambe più che fresche e tirandomi il collo!
(e per i 900 metri di dislivello ho usato solo mezza batteria). Decisamente divertente.
Malga Movlina
Sopra la Presanella, sotto cima Cornisello.
Sopra la Presanella, sotto cima d'Ambiez.
Lago di Val Agola
Arrivo al lago di Castel Toblino.
La traccia non si chiude all'inizio della Val d'Algone perchè, probabilmente, il GPS non ha trovato i satelliti subito alla partenza del giro.
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