Ormai 8 anni fa, approfittando del passaggio al ritorno avevo già fatto il Trento-Monaco. Ero partito un venerdì pomeriggio dopo lavoro ed ero arrivato a sera solo fino a Fortezza perchè, poco dopo Bolzano, avevo rotto il cerchio della ruota posteriore e avevo dovuto arrivare fino a Chiusa sulla gomma bucata, pedalando al massimo per tenere i 10 Km/h, prima di trovare un negozio di bici che mi vendesse una ruota nuova. Poi la mattina dopo il tempo era nuvoloso con nebbie basse e, allora, ho deciso di passare dal Brennero invece che dal passo di Vizze per poi scoprire che in Austria c'era una giornata fantastica. Poi, dopo un lungo tratto di valle dell'Inn, avevo fatto l'Achen Pass e poi, seguendo l'Isar via Bad Tolz a sera ero arrivato piuttosto provato a Monaco. Poi per anni avevo sognato di ripetere l’impresa in giornata
con la bici da corsa e solo quest’anno si è ripresentata l’occasione del
passaggio al ritorno. Quest’anno, però, ero molto più preso per le gite in
montagna che per le sfacchinate in valle sulla ciclabile e, viste le
fantastiche previsioni di bel tempo stabile e caldo, ho pensato di fare il giro
partendo da Vipiteno ma totalmente indipendente con la tecnica del bike packing, con sacco a pelo e tenda per essere totalmente indipendente.
Alle 14 di giovedì pomeriggio mi sono fatto lasciare
all’uscita dell’autostrada di Vipiteno e, pieno di entusiasmo nonostante il
gran caldo sono partito per la val di Vizze seguendo anche il tratto di
sentiero fatto per andare al passo di Fundres. Arrivato alla piana un vento
potente mi ha spinto fino in fondo alla valle dove inizia la sterrata per il
passo. Il sacco a pelo sotto il manubrio e la tenda dietro la sella non danno
un gran fastidio e complessivamente la mia Carraro pesa ancora meno della FAT
e, quindi, sono salito agevolmente senza troppa fatica arrivando in due ore al
passo con una luce fantastica.
L'agonia del ghiacciaio del Gran Pilastro
Al passo di Vizze
Il rifugio al passo.
La discesa inizia con una sterrata sconnessa e poi un lungo
guado fino ad una malga. Sotto prosegue un sentiero più tecnico con sassi e
salti che, comunque, riesco a fare quasi completamente in sella. Il sacco a pelo non dà
nessun fastidio, la tenda legata dietro non permette di abbassare la sella ne
di portare il peso troppo indietro e, quindi, le possibilità in discesa calano
un po’ ma molto meno di quello che pensassi.
In un’oretta si arriva al lago e poi, dopo aver ammirato la
diga, imbocco la galleria che mi porta in alle. Alla galleria a senso unico
alternato più sotto, ho anche trovato un bellissimo single-track per evitarla.
La
fame iniziava a farsi sentire e, per non rischiare di rimanere senza benzina,
alle 18 e 30 mi sono fermato ad un gasthof per trangugiare un grill teller e
una bella fetta di torta. Poi di nuovo in sella per cercare un posto dove
bivaccare. La temperatura si era già abbassata e l’idea era di abbassarsi il
più possibile per non aver freddo la notte e la mattina ripartendo.
Alle
20 ero già in fondo valle, iniziavo a vederci poco e non riuscivo a trovare un
posto adatto a montare la tenda per cui, quando sono capitato davanti ad un
campeggio ne ho approfittato. Ho montato la tenda e mi sono goduto una bella
doccia prima di infilarmi nel sacco a pelo. L’inizio della notte è andato bene
e ho solo rimpianto un po’ un materassino. Verso le 4 del mattino invece, ho
iniziato ad avere freddo anche mettendomi maglia e braghe da bici lunghe. La
mia attrezzatura da bike packing è un po’ troppo leggera: ottima quando si
viaggia, un po’ insufficiente quando si pernotta….
Alle 5
e 30 non e potevo più dl freddo umido (la tenda non proprio professionale, era
piena di condensa ) e ho iniziato a prepararmi
per partire alla luce del frontale. Anche pedalando in piano con tutto
quello che avevo in dosso non era molto più caldo e, solo quando ho
attraversato l’Inn e sono arrivato al sole ho iniziato a sgelarmi. Fetta di
torta e capuccino per trovare le energie per risalire l’Achen pass
Al l’Achen see era ancora piuttosto fresco. In fondo al lago ho fatto la spesa: 3 banane e 3 panini con lo speck, poi giù per la ciclabile per la Germania
Questa
volta ho deciso di cambiare itinerario:
invece che scendere l’Isar, sono risalito e con una lunghissima attraversata
tutta su sterrato per boschi interminabili sono arrivato al Tegern See dove
finalmate c’era una temperatura da bagno.
Poi ho proseguito per prati e boschi aiutato dal GPS e alla 16 sonoarrivato Monaco con un caldo incredibile e mi sono fatto un bagno nell’Isar assieme a metà della popolazione.
La sera poi ho proseguito in furgone per Ingolstadt.
Gita tranquilla lungo il Danubio
Abbiamo anche avuto una ferita: Enrica è caduta e si è infilata la leva del freno all'interno della coscia: un brutto taglio. Chiamiamo la Croce Rossa e, incredibilmente in neanche 10 minuti vengono a prenderla. Se la caverà con qualche punto in ospedale.
Neuburg
Bagno rinfrescante nel Danubio
Di ritorno a Ingolstadt
Qui la traccia gps (comprende anche il giretto lungo il Danubio e manca la prima parte della val di Vizze perchè avevo dimenticato di accendere il GPS)
Nessun commento:
Posta un commento