Ancora per qualche giorno siamo in estate (anche se sembra
autunno e ho già fatto il primo sogno di sciare nella polvere) e allora, voglio
fare un giro salendo in quota. Parto da Vigolo e, anche se le previsioni
parlano di temporali solo al pomeriggio, (ormai non ha più senso guardarle) il
cielo si chiude rapidamente e quando sono alla Fricca inizia a piovere
piuttosto forte. Ripiegare su un Tamazol? In quella direzione si vedono le
righe della pioggia mentre verso il Sommo sembra più chiaro: provo a
continuare, male che vada, se piove troppo tornerò indietro da Scannuppia. Il
terreno è fradicio e viscido ma, con le super gomme della FAT salgo agevolmente
anche dal sentiero che dalla Fricca sale a San Sebastiano e in un attimo sono
al Sommo. Non piove più e uno strano vento caldo asciuga il terreno ma trascina
minacciosi nuvoloni neri. Non sento tuoni e allora proseguo. Dopo un po’ il 451
che sale al Cornetto si fa troppo ripido per pedalare e inizia il lungo tratto
a spinta. Solo quasi in cima si riesce a montare in sella e arrivare in cresta
dove inizia il lungo traverso esposto verso malga Valli. Non piove e non è
freddo ma c’è un vento fortissimo: meglio spostarsi in fretta: non è un bel
posto per prendere un temporale. Con la FAT scendo sicuro anche sulla ghiaia
smossa e in pochi minuti sono in un posto più tranquillo fra prati e boschi di
larici radi senza prendere una goccia. Scendo a malga Palazzo, attraverso a
malga Imprech e risalgo verso la Ceriola. A metà del sentiero che attraversa
sopra uno strapiombo mascherato dai mughi ci sono le indicazioni per il becco
della Ceriola. Solo 40 minuti. Ho fatto solo 1600 metri di dislivello e non
piove: abbandono la bici e faccio un salto in cima. Senza il peso della FAT in
un quarto d’ora sono alla croce. Nebbie, scuro e vento fortissimo: finchè è
relativamente asciutto, meglio scendere. In 10 minuti sono di nuovo alla FAT,
finisco il traverso e imbocco il sentiero del Doredondo. (Lascio perdere la
deviazione a malga Derocca. (Per oggi ho già sfidato abbastanza il meteo). Con
la FAT è un sentiero divertentissimo, anche col bagnato: ad un tornante troppo
difficile scendo e scivolo in terra immediatamente. Le gommone tengono di più
delle scarpe. Dove finisce il sentiero e inizia una forestale, di fianco ad una
baita parte un sentiero verso il forte di Mattarello. Non resisto alla
tentazione di provare un percorso nuovo: male che vada, risalirò le Novaline e
andrò a prendere il furgone a Vigolo con la bici elettrica. Il sentiero
attraversa nel canale che scende dalla Ceriola (Un ottimo accesso per salire
con gli sci, se rifarà un inverno come 2 anni fa). Nel canale c’è un breve tratto
pieno di detriti e non molto ciclabile ma poi inizia una serie infinita di
tornanti che sono la logica continuazione del Doredondo fino quasi al Forte di
Mattarello. 1400 metri di dislivello di sentiero: grandissima discesa. Fa molto
caldo e ho fame (come al solito non ho niente) e con calma inizio le Novaline.
Poi devio per la mulattiera ripida per Valsorda e mi fermo a mangiare un po’ di
uva per ritrovare un po’ di energie. Con calma riesco ad arrivare a Vigolo al
furgone bagnato solo di sudore: anche questa volta sono riuscito a scampare la
lavata e a fare un grande giro!
46 Km, 2260 metri di dislivello non proprio comodi e una discesa di cui sarebbe orgoglioso anche Nonnocarbo!
Il punto dove finisce la prima salita sulla cresta del Cornetto.
Sopra, in fondo al traverso esposto sotto il cornetto, sotto malga Palazzo
Malga Imprech
Qui abbandono il mezzo per salire in cima
Sotto la cima della Ceriola si aprono le nebbie e si vede Mattarello
Al forte di Mattarello
In rosso il tratto a piedi per andare in cima.
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