sabato, settembre 19, 2015

Val Marcia


Il meteo prometteva bene, c’era una superbici nuova da provare e bisognava trovare un giro adeguato: per essere sicuri di non sbagliare bisognava fare qualcosa di conosciuto ma, un giro già fatto, per bello che sia, ha sempre un qualcosa di meno. Allora abbiamo osato e ci siamo fidati dell’idea di Red che ha trovato perfino una relazione. http://www.gardamtb.com/itinerari-All-mountain-Ballino,%20Val%20Marcia,%20Malga%20Nardis-1035-1017-0.html
Siamo partiti da Fiavè per campagne con pendenze dolci, poi siamo passati da un incredibile aeroporto con una pista lunga poco più di 100 metri e poi abbiamo imboccato la val Marcia. All’inizio tutto bene: una forestale che alterna rampe e tratti comodi. Poi le rampe si fanno sempre più dure e i tratti di respiro sempre più rari finchè uno alla volta (ultimo Stefano che deve dimostrare l’assoluta superiorità della sua FAT nuova) ci arrendiamo e proseguiamo a spinta. La pendenza aumenta e il fondo si fa sempre più dissestato finchè diventa addirittura conveniente caricarsi la bici in spalle. Siamo ancora molto in basso e iniziamo a dubitare di aver fatto una cosa che ha un senso. Solo RED ci segue da ultimo e finge di non fare fatica e di non essere demotivato in quanto promotore dell’itinerario. Dopo lunghissima e faticosa spinta quando non trasporto della bic,i la strada (se così si può definirla) finisce nei pressi di una presa d’acqua e prosegue con un sentiero che, per lo meno, non è così ripido. (Per un breve tratto si riesce addirittura a salire in sella). Alla malga Dablino incontriamo 2 persone che guardano con ironia le nostre bici e, quando gli spieghiamo dove vogliamo andare, ci dicono che il bello deve ancora venire. Le lamentele sulla scelta dell’itinerario aumentano, io sto zitto, e solo RED (perché deve) è ancora positivo. Il sentiero si restringe fra i mughi e, a tratti, diventa complesso anche passare con la bici in spalla. Dopo 700 metri di dislivello in cui praticamente non si è mai saliti in sella siamo arrivati al bochet del lever. Grande panorama ma, a prima vista la ciclabilità non migliora. E, infatti, dopo neanche 50 metri ripidi ed esposti in sella, siamo di nuovo a piedi per un traverso piuttosto scomodo. Poi, magicamente si monta e, ormai contro ogni aspettativa, si arriva in sella alla malga Nardis. Posto fantastico con vista fino al Garda. Riposo e panino e poi giù il sentiero per il Ballino è fantastico: tratti esposti e una bella serie di tornanti in gran parte fattibili in sella: una discesa così bella da dimenticare una delle peggiori salite mai fatte. Poi, per aumentare la percentuale di ciclabilità del giro, siamo scesi la lago di Tenno, risaliti al Rifugio San Pietro (dove ci siamo rifocillati con un’ottima pasta alla boscaiola: nome del luogo per definire la pasta alla pastora dell’Alto Adige)) e scesi dalla sempre bella val Lomasona. Alla fine, nonostante l’inizio, un gran bel giro!












































Qui la traccia GPS

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