Oggi, per aspettare Stefano che deve lavorare la mattina, c’è
in programma un giro già impegnativo in tutto il giorno. Vista la compagnia, il
dislivello e il rischio di arrivare al buio, decido di lasciare a casa la FAT e
utilizzare il 29”, più leggero, più performante in salita e, soprattutto, molto
più comodo da portare sulle spalle. Partenza prevista a mezzogiorno: la mattina
con il bel tempo, fatico a stare a casa e non farmi un giretto, ma, in qualche
modo riesco a trattenermi. Non posso sprecare troppe energie: sono libero anche
il giorno successivo e sarà anche bel tempo! Alla partenza a Mostizzolo, dopo
una mattina fermo, ho una gran voglia di andare ma cerco di trattenermi e tenere un ritmo regolare. Fino alla malga
Bordolona si arriva bene e senza problemi in un paio d’ore con un passo giusto.
Poi c’è il lunghissimo tratto, ciclabile solo saltuariamente, fino al passo di
val Clapa: l’avevo fatto parecchi anni fa ma non lo ricordavo così lungo! Tutte
le volte che devo alzare la bici mi dico: per fortuna ho lasciato a casa la
FAT! Comunque, in un’oretta arriviamo non troppo provati al passo. Pausa
panino: non per me; io mi accontento di un po’ d’acqua e un sorso di latte
condensato. Anche la discesa è più impervia di quanto ricordassi: in qualche
modo si riesce a stare in sella scendendo non troppo, ma è un sentiero poco
tracciato su un terreno pieno di sassi dove il telaio in carbonio della 29” dà
un’idea di fragilità. Qui rimpiango decisamente la FAT! Per fortuna non è un
tratto lungo: in breve si arriva ad una malga dove troviamo una bella forestale
che ci permette di scendere rapidamente fino in val d’ultimo. Adesso ci sono
più di 1000 metri di dislivello per risalire dalla valle di Montechiesa al passo di Rabbi e sono le 16 passate. Per
fortuna, nonostante i più di 1800 di dislivello non proprio comodi, le gambe
rispondono ottimamente a tutti e tre. All’inizio la strada è ben pedalabile in
un paesaggio idillico ma ricordo che il finale è durissimo. Arriviamo
tranquilli alle ultime rampe. Bobo è stupito della fatica che non arriva: era
ancora intimorito del ricordo di tre anni e 20 Kg fa quando, facendo in tutto
il giorno solo una parte del giro di oggi, arrancava semi ucciso dalla fatica,
dietro la Cioffa. Sulle rampe finali metto la corona piccola e in qualche modo
proseguo e gli altri mi seguono tranquillamente fino ad un punto decisamente
troppo ripido dove, pensando anche al fatto che il giorno dopo vorrei riuscire
ancora a stare in sella, decido di spingere. Ormai abbiamo più di 2500 metri di
dislivello e vedo che anche i miei compagni colgono l’occasione per scendere e
superare a spinta l’ostacolo. Tiriamo il fiato spingendo e dopo poco la pendenza
cala e riusciamo a rimontare. Ad un altro tratto di nuovo con pendenza
proibitiva scendo prontamente imitato da Stefano. Bobo euforico (con i suoi 20
Kg in meno credo gli sembri di andare su una bici elettrica) prosegue e supera
una rampa durissima rimanendo in sella. In breve arriviamo in sella all’ultima
malghetta dove la stradina diventa un sentiero e, per fortuna, si deve
proseguire a spinta. Paesaggio fantastico, sereno, limpido e inizia la luce
della sera: sul sentiero a tratti si riesce anche a pedalare. Verso le 18 e 30 siamo al passo neanche
troppo provati e ci aspetta una discesa incredibile. Breve sosta al rifugio per
rifocillarci (una coca e un altro sorso di latte condensato che funziona sempre
egregiamente) e iniziamo la discesa. Rimpiango un po’ la FAT ma è una discesa
facile e scorrevole e devo solo andare un po’ più piano. Bellissimo: luce stupenda, sentiero perfetto:
vorresti che non finisse mai… Invece dopo un po’ si arriva ad una forestale che
comunque prosegue fra malghe, boschi di larici e prati con la luce radente
della sera. Ad un bivio Bobo propone di allungare con una forestale (che
dovrebbe essere piana e invece sale un altro centinaio di metri) in direzione
della valle di Saent. Ignoriamo le proteste di Stefano (non c’è ancora molto
tempo prima dell’imbrunire e la macchina è ancora lontana) e chiudiamo con un
bellissimo sentierino su fondo erboso che ci porta nei pressi del campeggio.
Continuiamo la discesa cercando qualche stradina alternativa sulla destra
orografica e, prima della val Valorz, ci arrendiamo e scendiamo rapidamente su
asfalto i 9 Km mancanti di val di Rabbi. Rientriamo poi dalla statale fino a
Mostizzolo (il traffico è quasi inesistente) e, con un ritmo più che buono,
poco dopo le 8 siamo alla macchina. 2968 metri di dislivello e 75 Km! E penso
già a cosa potrei fare il giorno dopo!
Arrivo alla malga Bordolona bassa
La malga Bordolona alta e, lontano, il passo di val Clapa
A tratti si riesce a montare in sella
Ultimo tratto a spinta prima del passo
Dal passo verso la val d'Ultimo (sopra) e verso la val di Bresimo sotto.
L'inizio della forestale che scende in val d'Ultimo.
Masi in fondo alla val d'Ultimo
Rifornimento acqua in val di Montechiesa
Ultima malga prima delle rampe finali
Al passo di Rabbi
Il rifugio lago corvo e la fantastica discesa.
In val di Rabbi.
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