mercoledì, giugno 17, 2015

Passo di Rabbi

Oggi, per aspettare Stefano che deve lavorare la mattina, c’è in programma un giro già impegnativo in tutto il giorno. Vista la compagnia, il dislivello e il rischio di arrivare al buio, decido di lasciare a casa la FAT e utilizzare il 29”, più leggero, più performante in salita e, soprattutto, molto più comodo da portare sulle spalle. Partenza prevista a mezzogiorno: la mattina con il bel tempo, fatico a stare a casa e non farmi un giretto, ma, in qualche modo riesco a trattenermi. Non posso sprecare troppe energie: sono libero anche il giorno successivo e sarà anche bel tempo! Alla partenza a Mostizzolo, dopo una mattina fermo, ho una gran voglia di andare ma cerco di trattenermi  e tenere un ritmo regolare. Fino alla malga Bordolona si arriva bene e senza problemi in un paio d’ore con un passo giusto. Poi c’è il lunghissimo tratto, ciclabile solo saltuariamente, fino al passo di val Clapa: l’avevo fatto parecchi anni fa ma non lo ricordavo così lungo! Tutte le volte che devo alzare la bici mi dico: per fortuna ho lasciato a casa la FAT! Comunque, in un’oretta arriviamo non troppo provati al passo. Pausa panino: non per me; io mi accontento di un po’ d’acqua e un sorso di latte condensato. Anche la discesa è più impervia di quanto ricordassi: in qualche modo si riesce a stare in sella scendendo non troppo, ma è un sentiero poco tracciato su un terreno pieno di sassi dove il telaio in carbonio della 29” dà un’idea di fragilità. Qui rimpiango decisamente la FAT! Per fortuna non è un tratto lungo: in breve si arriva ad una malga dove troviamo una bella forestale che ci permette di scendere rapidamente fino in val d’ultimo. Adesso ci sono più di 1000 metri di dislivello per risalire dalla valle di Montechiesa  al passo di Rabbi e sono le 16 passate. Per fortuna, nonostante i più di 1800 di dislivello non proprio comodi, le gambe rispondono ottimamente a tutti e tre. All’inizio la strada è ben pedalabile in un paesaggio idillico ma ricordo che il finale è durissimo. Arriviamo tranquilli alle ultime rampe. Bobo è stupito della fatica che non arriva: era ancora intimorito del ricordo di tre anni e 20 Kg fa quando, facendo in tutto il giorno solo una parte del giro di oggi, arrancava semi ucciso dalla fatica, dietro la Cioffa. Sulle rampe finali metto la corona piccola e in qualche modo proseguo e gli altri mi seguono tranquillamente fino ad un punto decisamente troppo ripido dove, pensando anche al fatto che il giorno dopo vorrei riuscire ancora a stare in sella, decido di spingere. Ormai abbiamo più di 2500 metri di dislivello e vedo che anche i miei compagni colgono l’occasione per scendere e superare a spinta l’ostacolo. Tiriamo il fiato spingendo e dopo poco la pendenza cala e riusciamo a rimontare. Ad un altro tratto di nuovo con pendenza proibitiva scendo prontamente imitato da Stefano. Bobo euforico (con i suoi 20 Kg in meno credo gli sembri di andare su una bici elettrica) prosegue e supera una rampa durissima rimanendo in sella. In breve arriviamo in sella all’ultima malghetta dove la stradina diventa un sentiero e, per fortuna, si deve proseguire a spinta. Paesaggio fantastico, sereno, limpido e inizia la luce della sera: sul sentiero a tratti si riesce anche a pedalare.  Verso le 18 e 30 siamo al passo neanche troppo provati e ci aspetta una discesa incredibile. Breve sosta al rifugio per rifocillarci (una coca e un altro sorso di latte condensato che funziona sempre egregiamente) e iniziamo la discesa. Rimpiango un po’ la FAT ma è una discesa facile e scorrevole e devo solo andare un po’ più piano.  Bellissimo: luce stupenda, sentiero perfetto: vorresti che non finisse mai… Invece dopo un po’ si arriva ad una forestale che comunque prosegue fra malghe, boschi di larici e prati con la luce radente della sera. Ad un bivio Bobo propone di allungare con una forestale (che dovrebbe essere piana e invece sale un altro centinaio di metri) in direzione della valle di Saent. Ignoriamo le proteste di Stefano (non c’è ancora molto tempo prima dell’imbrunire e la macchina è ancora lontana) e chiudiamo con un bellissimo sentierino su fondo erboso che ci porta nei pressi del campeggio. Continuiamo la discesa cercando qualche stradina alternativa sulla destra orografica e, prima della val Valorz, ci arrendiamo e scendiamo rapidamente su asfalto i 9 Km mancanti di val di Rabbi. Rientriamo poi dalla statale fino a Mostizzolo (il traffico è quasi inesistente) e, con un ritmo più che buono, poco dopo le 8 siamo alla macchina. 2968 metri di dislivello e 75 Km! E penso già a cosa potrei fare il giorno dopo! 

Vecchia segheria ristrutturata a Bresimo
Arrivo alla malga Bordolona bassa





La malga Bordolona alta e, lontano, il passo di val Clapa
A tratti si riesce a montare in sella


Ultimo tratto a spinta prima del passo

Dal passo verso la val d'Ultimo (sopra) e verso la val di Bresimo sotto.
L'inizio della forestale che scende in val d'Ultimo.


Masi in fondo alla val d'Ultimo


Rifornimento acqua in val di Montechiesa



Ultima malga prima delle rampe finali






Al passo di Rabbi


Il rifugio lago corvo e la fantastica discesa.








In val di Rabbi.



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