Prima prova di giro in e-bike con Laura. Mi è sembrata molto
positiva. Dopo un attimo per capire il funzionamento del nuovo mezzo (la
tendenza ad avere sempre il rapporto sbagliato rimane e per correggerla ci
vorrebbe anche il cambio automatico) la sensazione è subito quella che le
abbiano fatto un trapianto di gambe. Sale per rampe ripidissime ad un passo per
lei impensabile e che mi costringe subito ad impegnarmi. Su un pezzo sterrato molto sconnesso sotto il
Camponcin scende per scarsa abitudine a salire su terreni simili e forse perché
non è ancora convinta della potenza del nuovo mezzo e di poter salire rampe
simili. Meglio così, ne approfitto per tirare un attimo il fiato. Io, dopo 300
metri di dislivello sono in un lago di
sudore, lei con la giacchetta antivento, neanche una goccia. Mi fa riposare un po’
sull’asfalto riducendo il grado di aiuto e, al taglio successivo sotto la malga
Brigolina, mi stacca agevolmente sul prato ripido. Poi prosegue al mio passo
fino a Mezzavia e continuiamo per
sterrato sconnesso fino ai colmi dove ci colleghiamo alla strada che sale da
Lagolo. Sempre a un ritmo per me più che buono in un attimo arriviamo al bar
delle Viote in un’ora e mezza dove ci
godiamo una meritata (solo da me) fetta di torta quasi da Alto Adige. In
discesa non è andata così bene. Ovviamente abbiamo scelto un sentiero tecnico e
la bici un po’ grande con ruote da 29” assieme ad una forcella troppo dura per
il suo peso hanno un po’ smorzato gli entusiasmi costringendola a scendere
dove, forse, con la sua Specialized sarebbe rimasta in sella. Alla fine è
arrivata in fondo alla discesa piuttosto provata per la prima volta a scendere
più che a salire.
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