martedì, giugno 02, 2015

Porta Manazzo

Dimenticati in un attimo i migliori propositi di non esagerare in discesa (che Bobo e Red probabilmente non hanno mai avuto), siamo di nuovo alle prese con un itinerario non proprio da pensionati. Porta Manazzo l’avevo già affrontata 22 anni fa con una bici sicuramente diversa dalla FAT ma con un’agilità altrettanto diversa e l’avevo trovata una discesa così assurda e poco ciclabile che non avevo più pensato di provarla. Questa volta, invece di salire comodi dal Menador, abbiamo preso il giro un po’ largo salendo da Centa e facendo un pezzo del percorso della 100 Km dei forti così siamo arrivati alla base della salita di cima Vezzena un po’ in ritardo e allora abbiamo deciso di non esagerare e andare direttamente al vero obbiettivo di oggi: porta Manazzo. Pronti ad una probabile lunga camminata, è stata una piacevole sorpresa: una discesa sicuramente impegnativa, ma fatta quasi interamente in sella e con grande divertimento. Anche questa volta un piccolo incidente: Bobo cade dalla bici e appoggia una mano sul disco del freno rovente, comunque niente di grave. Arriviamo a Sella entusiasti e, con breve risalita prendiamo la bella ma dissestata mulattiera per Barco. Alla fine arriviamo soddisfatti e abbastanza provati (soprattutto dagli scossoni della discesa) al punto di non rimpiangere più di tanto di aver rinunciato a salire Cima Vezzena e, dopo un’abbondante pasta, ci addormentiamo felici nel prato del lido di Caldonazzo.
 Finalmente al passo mettiamo i caschi.








 Questa foto mossa dà l'idea degli scossoni della discesa.

 In rosso il punto dove 22 anni fa avevamo abbandonato la discesa per forestale sfuggendo al sentiero allora ritenuto non ciclabile.

Qui la traccia gps

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