domenica, novembre 30, 2014

Pinè - Val di Cembra

Doveva essere la giornata migliore della settimana ma alle 7 pioveva ancora. Decidiamo di rimandare la partenza: alle 8 si vede qualche raggio di sole; alle 9 partiamo ma senza molta convinzione. E' caldo ma estremamente umido. Anche con tutta la buona volontà di sporcarsi non resta che fare un percorso stradale. Cimirlo, Pergine, Val dei Mocheni, Capriolo, Canè (In un paio di km di sterrato ci infanghiamo al punto di rimpiangere l'asfalto),  Si intravede il Brenta fra le nuvole: pare abbia piovuto anche in Cima Tosa: la stagione dello sci pare infinitamente lontana. Costeggiamo i 2 laghi di Pinè, salita alle Piazze e giù alla cascata del lupo gonfia d'acqua. Poi giù in val di Cembra, attraversiamo la valle e giù a Lavis. rientriamo a Trento per ciclabile. Oltre 80 Km, ma un giro da bici da corsa..


Cascata del lupo





venerdì, novembre 28, 2014

Favogno e Riosecco

Solita giornata nebbiosa, ormai molto comune quest'anno: direi che non c'è molta differenza di condizioni fra novembre e luglio...
Comunque, qualcosa da fare all'aperto, lo trovo sempre. La ferrata non si può dire sia stata molto panoramica, comunque è sempre piacevole fare un pò di movimento in ambiente solitario e il bosco nella nebbia ha sempre il su fascino.
Incredibilmente al Gasthof c'era perfino uno strudel appena sfornato

A Roverè della Luna mi aspettava la bici, depositata all'andata, che mi ha permesso di abbreviare i 3,5 Km di asfalto per tornare all'attacco della ferrata.
Il giro però è finito troppo presto e, visto che ero vicino e visto che l'ultima volta ero stato respinto per troppa acqua, ho pensato di andare anche al Rio Secco. L'acqua era abbondante, ma molto meno dell'altra volta: già i primi attraversamenti si potevano fare senza bagnarsi.

Sotto la situazione del giorno in cui sono tornato indietro




Poi. tutta la salita è stata piacevole e, con qualche acrobazia, sono perfino arrivato in cima asciutto.





mercoledì, novembre 26, 2014

Vallarsa

Oggi ero occupato fino alle 11 e allora ho scelto un giro tranquillo, quasi stradale: il giro della  Vallarsa. Per non salire proprio tutto su asfalto, faccio la strada degli artiglieri e poi il taglio fino ad Albaredo. Poi per la provinciale fino a Obra dove, dopo una galleria, c'è un tratto sterrato con vari guadi sotto i vai del Carega. Al passo di Campogrosso si arriva per asfalto spesso pieno di sassi trascinati dalle recenti piogge. Li credevo di essere ormai alla fine della fatica e già pensavo a come allungare il giro: potrei salire al forte di Pozzacchio, potrei scendere a vedere la diga del lago degli Speccheri..... Scendo un paio di Km e, dopo la baita del Baffelan, la strada è interrotta da un'enorme frana con tanto di cartello: divieto di transito, anche a piedi! Ovviamente di tornare indietro non se ne parla neanche: individuo un possibile passaggio ed inizio ad attraversare su terreno ripido e friabile con la bici in mano: a prima vista sembra un passaggio non facile ma di pochi metri. Rischio un tratto in aderenza estremamente precaria con scarpe da bici e, mtb in mano a valle , con un passo che non oserei fare di nuovo, arrivo al limite della scivolata su terreno meno ripido. Giro una crestina e scopro che il peggio non l'ho ancora fatto. C'è un altro canale ancora più ripido e friabile con una profonda rigola in mezzo: con la bici in mano e da solo mi sembra impossibile. Tornare indietro con la bici è fuori discussione. Verso valle individuo un percorso fattibile: è ripido ma qua e là spuntano degli alberelli risparmiati dalla frana che potrebbero fermare una possibilissima scivolata: in fondo è più facile attraversare. Scendo con la massima cautela tenendo la bici per la ruota puntando un grosso albero. Improvvisamente un sasso sotto i piedi cede e inizio a scivolare. Mollo la bici e cerco di fermarmi raspando nel terreno friabile con un manovra alla gatto Silvestro, ma prendo inesorabilmente velocità. Mi giro con e cerco di puntare l'albero sottostante. Lo raggiungo già piuttosto veloce, mi aggrappo al volo e rimango allibito dalla violenza dello strappo, (non ho più le braccia di una volta) ma miracolosamente riesco a fermare la scivolata con solo qualche botta ad una chiappa. La bici si è ancora più miracolosamente incastrata in quello che resta di un cespuglio un paio di metri sopra. La raggiungo, la tiro giù con cautela e proseguo la discesa adesso meno impegnativa. Attraverso la frana e inizio a risalire prima per una rigola piena di blocchi instabili, poi per prato ripidissimo ed infine,aggrappandomi a dei pini raggiungo la strada. Mezzora per fare un traverso di circa 40 metri: il tempo che impiegavo una volta per un tiro di sesto!
Proseguo, finalmente in sella, augurandomi che non ci siano altre frane e pensando ancora a come allungare il rientro. La strada è integra ma il malocchio non ha finito di perseguitarmi: poco prima di arrivare al passo sento che la ruota posteriore tocca il freno. Giro la bici aspettandomi un raggio rotto, e invece peggio: ho rotto il cerchio. Sgancio il freno, sgonfio un pò la gomma per sollecitare il meno possibile il cerchio danneggiato e proseguo con calma: non penso più a varianti di percorso; punto a rientrare rigorosamente per asfalto. Sembra che regga, ma Rovereto è lontana. Dopo poco più di 10 Km il danno peggiora e la ruota salta sempre di più: inizio a capire che non arriverò a Rovereto in sella. Infatti, a un paio di Km da Raossi, la camera d'aria esplode e si attorciglia sui rodini bloccando la ruota. Proseguo a piedi fino al paese e, per fortuna, devo aspettare solo 20 minuti per salire sulla corriera per Rovereto.
La corriera fa il giro turistico di tutte le frazioni possibili immaginabili della valle e in un'ora arriva a Rovereto.

Nonostante le previsioni la giornata è bigia e prendo anche qualche goccia
Lago degli Speccheri: penso di andare a vedere la diga al ritorno.
A Campogrosso c'è un pò di neve.

Verso la pianura

Finalmente attraversata la frana
Il danno al cerchio: all'inizio permette di proseguire, ma dopo circa 10 Km sono a piedi.


lunedì, novembre 24, 2014

sabato, novembre 22, 2014

Due Sgualdrine

Prima gita di stagione con gli sci molto positiva. La salita alla cima Presena dalla Sgualdrina è sempre piuttosto gettonata e, in questo periodo in cui le possibilità sono ancora molto limitate, ancora di più. In effetti c'era parecchia gente, soprattutto in cima (lo spazio è piuttosto contenuto) al primo giro; già al secondo giro eravamo solo in 4. La discesa è stata inaspettatamente così bella, con ampi spazi ancora vergini che abbiamo deciso di fare 2 giri. (Bobo, che ancora non ha preso coscienza del suo stato di magro, ha fatto lo sciatore part-time).
Una gran buon inizio: speriamo di continuare.





 Gli impianti rovinano un pò l'arrivo in cima

 Il canale della Busazza: un sogno per quest'anno.
 Sovraffollamento in cima


 Verso le Lobbie


Al secondo giro la gente si era ridotta.


Un breve filmato che, però, non rende molto l'inaspettata qualità della neve.


Alla fine: 2090 metri di dislivello: un'ottima prima uscita!

venerdì, novembre 21, 2014

7 selle

Sopralluogo per verificare l'innevamento: vi piacerebbe se fosse così?




Invece è solo così: l'ambiente è bellissimo, ma per ora, di sciare neanche parlarne!