domenica, novembre 29, 2015

Bondone


Dopo un venerdì pomeriggio in bici in Maranza, con un bel sole che faceva pensare più ad un'inizio autunno che all'inverno precoce dei giorni precedenti, ho pensato che il sabato poteva ancora essere dedicato ad un bel giro in bici. Siamo partiti da Trento direttamente alla volta del Bondone. Anche se erano già le 9 fino all'inizio della salita era decisamente freddo. Poi, fino alla malga Brigolina ci siamo scaldati per bene, soprattutto nella scorciatoia sempre impegnativa sotto Sardagna. Dopo la Brigolina, nel bosco all'ombra e con strada meno in salita, è diventato decisamente molto freddo e al primo sole ci siamo fermati per riattivare la circolazione di mani e piedi. Poi si è anche annuvolato e il freddo alle Viote si faceva sentire tanto che eravamo decisamente preoccupati per la discesa. Fortunatamente il baretto delle piste di fondo era aperto e abbiamo potuto scaldarci con strudel e cioccolata calda. La discesa, invece, è stata meno fredda del previsto, Siamo partiti pedalando un pò in salita per attraversare le piste e abbiamo imboccato la discesa per malga Albi ben in temperatura. Poi, inspiegabilmente sono riuscito a pizzicare la camera d'aria della FAT su un grosso sasso che, probabilmente, non ho visto con gli occhi che lacrimavano per il freddo in velocità. In 20 minuti abbiamo riparato la camera d'aria e siamo ripartiti. Subito dopo ho visto Stefano a ambe all'aria giù per una scarpata perchè scivolato sulle foglie: per fortuna se l'è cavata con una botta ma comunque non era giornata per le FAT. Poi discesa tecnica nella valle che divide Garniga nuova da Graniga vecchia e breve risalita per andare a prendere il bellissimo sentiero del Guardadocio che scende a Ravina. Per il freddo il canotto della sella che dovrebbe alzarsi e abbassarsi automaticamente di Marco si è bloccato: è vero che c'è un freddo eccezionale per andare in bici però ....
Il Guradadocio è sempre bellissimo e impegnativo al punto che bisogna addirittura togliersi la giacca a vento per non sudare troppo. Anche con il freddo si riesce ad andare tranquillamente, a patto di non fare discese troppo veloci e scorrevoli! (però sarebbe proprio ora di andare con gli sci!).
Freddo alle Viote: certo a giugno era un'altra cosa.







Caratteristico passaggio esposto sul guradadocio





E nel pomeriggio, per cambiare attività, un pò di arrampicata ai Bindesi



E il giorno dopo, per completare il giro del Bondone, 3 cime a piedi. La temperatura, se non fosse per il vento fastidioso in cresta che si è alzato il pomeriggio, era decisamente più accettabile.

 Sopra la parete del Casale dove sale la Cheguevara e, sullo sfondo il Carè Alto.
Sotto la piana delle Viote dove, ingrandendo, si vede la triste pista da fondo con neve artificiale: a senso girare come un criceto su una cosa del genere? Già il fondo non è molto stimolante, ma così ...

 Sopra Doss d'Abramo e Cornetto, sotto la Presanella.

 Sopra cima Verde (dall'altra parte, d'estate. è verde). Sotto, la cima Margherita e, alla base, il rifugio Pedrotti.

 Sopra cima Brenta, sotto il Carè Alto

 Salendo al Doss d'Abramo.



 Scendendo dal Doss d'Abramo.

 Doss d'Abramo, Cima Verde e Palon dal Cornetto.
 Verso la val Lagarina



 Altopiano di Pinè





giovedì, novembre 26, 2015

Tamazol


Oggi giretto pomeridiano con il grande discesista Claudio che già più di 20 anni fa, con i cancelli di allora, faceva passaggi estremi in velocità con le tecniche di downhill di oggi. In discesa è ancora in gran forma e sembra che il tempo non sia passato: ci divertiamo ancora come allora!
 Sopra il mitico passaggio "Claudio" in  Maranza superato con una bici rigida con i freni cantilever (che notoriamente non frenano per cui, una volta partito, arrivi fino in fondo più o meno intero).
A tuttoggi, con bici ben diverse, nessuno della compagnia ha ancora osato ripeterlo.
 La voglia di neve è diventata tale che, vedendo una pista in corso di innevamento artificiale, non resistiamo.


 Sul percorso di downhill di Lavarone.

 Vento forte e freddo alla partenza del Tamazol