Partiti alle 7 e 30 dal passo del Falzarego con un bel fresco, abbiamo iniziato in discesa per sentieri umidi e tratti subito impegnativi fino a imboccare la strada militare che sale al Col dei Bos sbarrata con un evidente divieto di bici. La strada sale regolare e con buon fondo fin poco sotto il colle dove qualche tratto franato costringe a scendere un attimo dalla sella. Da qui inizia la lunga e bellissima discesa proibita della val Tavenazes. Solo qualche breve tratto rovinato dall'erosione costringe a scendere altrimenti è molto ciclabile e per chilometri non si incontra nessuno. Viene da domandarsi perchè, invece di chiudere il sentiero alle bici, non abbiano pensato a sistemarlo creando un fantastico percorso tipo quelli di Livigno o della Svizzera. Quasi in fondo incontriamo le prime persone che ci ricordano che la discesa è vietata alle bici e in fondo aspettano i forestali per darci ben 600 euro di multa. Ovviamente non ci crediamo molto ma scendiamo un pò in apprensione. Poco prima della fine della discesa deviamo a sinistra per un sentierino che, con un ponte su una stretta gola, porta sull'altro versante della valle e ci permette di collegarci alla salita al passo di Limo senza passare dal punto dove avrebbero dovuto esserci i forestali. Non incontriamo nessuno e, tornati su sentieri autorizzati, riprendiamo la lunga e a tratti faticosa e dissestata salita verso il passo di Limo. Non sono in gran forma e invidio non poco le bici elettriche che mi sorpassano con facilità su pendenze per me al limite. Arrivati al passo di Limo, alla vista del lontanissimo e altissimo passo di sant'Antonio evidentemente da fare a spinta quando non con la bici in spalla, mi scoraggio un pò. Però mezzogiorno è passato da poco, ci sono ancora 8 ore di luce e scendiamo al Lavarella e, con calma iniziamo la terribile salita, per fatica seconda solo alla terribile val Marza. Alle due, sfiniti, arriviamo al passo: sembra incredibile ma non siamo gli unici: c'è anche un altro biker. Un attimo di riposo e affrontiamo la discesa che sembra subito molto problematica: dopo un primo breve tratto pendenza e fondo di sassi smossi costringono a scendere per un centinaio di metri. Poi, pur con forti difficoltà, si riesce a stare in sella e, man mano che ci si abbassa, il percorso si fa via via meno difficile e divertente. Arrivati in fondo alla valle, imbocchiamo l'itinerario 15 per l'Ospizio di S. Croce. All'inizio si sale dolcemente per forestale ma alla fine diventa un sentiero ripido e faticoso in ambiente bellissimo ma pur sempre molto faticoso dopo gli sforzi del passo di S.Antonio. Arrivo all'Ospizio decisamente provato e solo una pausa con torta mi rimette in grado di godere la bellissima discesa verso S.Cassiano. L'ultima salita al passo di Valparola, quasi tutta su sterrato, mi da la botta finale a arrivo alla macchina (dopo oltre 11 ore in sella) soddisfatto e decisamente contento di potermi sedere non su una sella e smettere di pedalare.
Partenza in discesa
Tofana
5 Torri
Averau
Al col dei Bos inizia la discesa della val Travenazes
Torre Fanis
Deviazione per non arrivare in fondo alla val Travenazes
Salita al passo del Limo
Sopra si vede il sentiero che sale al passo di S.Antonio tagliando il ghiaione
Lavarella
La micidiale salita al passo di S.Antonio
L'impegnativa discesa ripaga gli sforzi della salita
Verso l'Ospizio del Sass de la Crusc
Discesa a S.Cassiano
Arrivo al Valparola con le ultime luci del tramonto
Qui la traccia Wikiloc