Quarant'anni dopo di nuovo sul Civetta, facendo l'itinerario inverso della prima volta, quando ero partito dalla Staluanza per fare un giorno il Civetta e il successivo il Pelmo. Quarant'anni dopo, due giorni per il solo Civetta non sono di certo stati troppo. Partiti da Casera della Grava (già un'avventura raggiungerla in macchina per stradina ripida e strettissima dove bisogna sperare di non incontrare nessuno), si sale subito ripidissimi e scomodi alla forcella delle Sasse da dove si traversa (indicazioni sbiadite) per la ferrata Tissi che si raggiunge per traccia se possibile ancor più ripida e ghiaiosa con buon impegno fisico. La ferrata è in ordine con i cavi ben tesi e non troppo impegnativa. Un traverso bagnato potrebbe dare problemi in caso di ghiaccio. Si sbuca in una conca con i resti di un nevaio dove, se duro, sono utili i ramponi ed in breve si raggiunge il rifugio Torrani dove pernotteremo. Con altri 250 metri di dislivello di facili roccette saliamo in cima a goderci la luce del tramonto. Non rimaniamo molto perchè, come sempre quest'anno si approssima un temporale da nord. Bellissima la serata dal rifugio Torrani con davanti il Pelmo illuminato dal sole e i lampi di un temprale lontano sopra la pianura. Ottima cena preparata dal bravissimo gestore da solo e alle 10 riposo fino all'alba (per me non è facile dormire a quasi 3000 metri la prima notte) All'alba tutto sereno e temperatura sotto zero anche dopo l'arrivo dei primi raggi. Dopo colazione torniamo in cima per scendere dall'interminabile ferrata degli Alleghesi. Bellissima la prima parte lungo la cresta nord con orride visioni sulla famosa parete, poi purtroppo siamo entrati nelle nebbie fino quasi in fondo. L'Alleghesi è un pò più facile della Tissi, ma per la sua lunghezza (oltre 1000 metri di dislivello) è forse più impegnativa. Dalla base per sentiero più comodo si chiude l'anello a Casera della Grava. La traccia da un'idea delle pendenze: in neanche 12 km fra salita e discesa, 2000 metri di dislivello!
