sabato, novembre 14, 2015

Totoga e Bellotti


Dopo la giornata meravigliosa di giovedì, il solo fatto che le previsioni parlassero di nebbie basse, diminuzione delle temperature, velature e vento in quota mi aveva un po’ demotivato. Allora, accantonata l’idea del giro del Sass da Putia, abbiamo deviato sul classico Totoga. Un giro che sta sempre sotto i 1700 metri di quota che non esce dalla vegetazione e dove il sole non è troppo importante. Il giro delTotoga è bello ma un po’ corto per i nostri standard per cui, di solito l’ho sempre accoppiato alla micidiale salita all’altopiano della Vederna da Siror. Questa volta, invece, su idea di Stefano abbiamo pensato di andare a vedere il paesino semi-abbandonato di Bellotti che si vede salendo al Totoga sul versante opposto della valle del Vanoi. Durante il viaggio, già dopo Levico, siamo entrati in una nebbia fittissima da val Padana dalla quale siamo usciti solo nella valle del Cismon. Siamo saliti al Totoga saltando il tratto a piedi per arrivare sulla cima per non perdere tempo per il lungo tratto nuovo dove abbiamo pensato che sarebbe bene non scendere di notte. Pausa panino al rifugetto e poi giù per la discesa: bella ma quasi troppo facile e scorrevole rispetto a quelle a cui mi sono abituato. Alla forestale deviamo verso la Gobbera senza scendere alla chiesetta di San Silvestro e perdendo però un tratto molto significativo di discesa. Visto poi che dalla Gobbera a canal san Bovo siamo scesi per asfalto, forse sarebbe stato meglio scendere nel Primiero e poi attraversare dal tunnel sotto la Gobbera. La salita al Brocon (che ricordavo durissima perché l’ho sempre fatta come rientro da giri esagerati), visto anche il ritmo più che tranquillo con cui l’abbiamo affrontata, è passata senza fatica e poi, finalmente siamo entrati in territorio nuovo e, come al solito in veneto, senza la minima indicazione. Aiutandoci con la cartina Tabacco e la mappa del GPS siamo riusciti a trovare il rifugio Croset (nessuna indicazione, quasi introvabile: penso che anche in stagione non veda molta gente).  Avevamo ancora un po’ di paura di non trovare come proseguire e di dover tornare indietro o di trovare qualcosa di non ciclabile: eravamo ancora molto lontani dal fondovalle e con un’ora e mezza prima del buio. Invece, abbiamo trovato una bellissima mulattiera scorrevole e con fondo morbido tutta facilissima (salvo un paio di passaggi) che in un attimo ci ha portato a Bellotti. Il paesino, incredibilmente, è abitato: incontriamo prima un cane e poi una signora e i camini di un paio di case fumavano. C’è solo una teleferica verso il fondovalle e, per arrivarci, solo una mulattiera di almeno un’ora da fare a piedi o, al massimo con una moto. Un posto bello , ma forse un po’ troppo isolato anche per me. (anche se, piuttosto che vivere a Milano …). Sotto la mulattiera continua bellissima fino ad un bivio: dritti si va verso Lamon, a sinistra si scende con qualche tratto troppo difficile che ci costringe a scendere dalla bici. Si tratta comunque di neanche 5 minuti e si arriva al ponte sospeso sulla gola del Vanoi che ci permette di attraversare e riportarci sulla vecchia strada abbandonata dopo l’apertura della galleria del Vanoi.

Un gran bel giro e un’ottima alternativa al giro di Vederna. Anche se la salita al Brocon è tutta su asfalto e un pò lunga, dopo la discesa è così bella che merita di diventare una classica.


 Lungo gli oltre 40 tornanti del Totoga, sotto, verso il Brocon

 Il rifugetto poco sotto la fortificazione
 Sopra la valle del Vanoi, sotto il Cimon della Pala

 La Pala


 Sopra Sass Maor e cima della Madonna, sotto la chiesetta di san Silvestro

 In valle rimangono le nebbie



 Canal San Bovo

 Il Cece

 Sopra il Brocon






 Arrivo a Bellotti







 Il ponte sul Cismon

Qui la traccia gps

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