Primo di 3 giorni nei pressi del Tarvisio sulle alpi Giulie. Il sabato sera raggiungiamo la val Saisera in camper dove pernottiamo nel parcheggio più in alto con una splendida stellata e gran freddo. Neve dura e trasformata ma molto più abbondante che da noi. La mattina attraversiamo la piana per la pista da fondo in direzione delle pareti che chiudono la valle senza ancora una meta precisa. (Lavinal dell'orso, forcella di Mosè o Huda Paliza (che comunque si pensava fosse troppo difficile con condizioni di neve dura)). Superiamo una prima barriera per un orrido canale con cascate incombenti e ci portiamo su un pendio sospeso in vista di un interminabile canalone che ricorda il Neri. Ci raggiungono 3 local che ci dicono che ormai abbiamo scelto: per le più facili dobbiamo tornare indietro, siamo sulla via dell'Huda Paliza (Cattivo bastone), i 1000 metri di dislivello continui del più lungo canale delle alpi Giulie. Uno, vestito da uomo ragno, ci chiede se abbiamo confidenza col ripido. Proseguo piuttosto intimorito su neve dura che molla un pò col sole (il canale è esposto a est) pensando che, quando mi sembrerà eccessivo, posso sempre tornare indietro. Mi intimorisce anche il fatto che, con l'esposizione ad est, d'ora che iniziamo la discesa, la neve potrebbe rigelare. Dopo una prima balza ripida e dura, si prosegue su un tratto più ampio con pendenza più accettabile. Più in alto il canale si restringe e la pendenza aumenta. Mancano ancora 400 metri di dislivello e decido di non rischiare e proseguire con i ramponi. Gli ultimi 100 metri sono ancora più ripidi (oltte i 50 gradi) e la neve si fa ancora più dura e tutti proseguono a piedi. Alla forcella c'è un vento fortissimo ma la cima di Terrarossa non è lontana ne difficile e vale la pena di raggiungerla per il panorama fantastico. Solo Red scende sci ai piedi dalla forcella, altri da sotto il tratto a 50 gradi, io scendo ancora più in basso dove il canale si allarga e pendenza e condizioni della neve mi permettono di scendere con un buon margine di sicurezza. Dall'alto vedo una persona cadere e scivolare velocemente a valle con un'altra che le scia dietro veloce cercando di raggiungerla ma scompaiono i breve alla vista. Quando metto gli sci e curvando e derapando con cautela raggiungo i compagni mi dicono che è caduta una ragazza slovema ma miracolosamente, dopo 100 metri di scivolata, è riuscita a fermarsi illesa prima della strettoia ripida, Scendo con estrema attenzione l'ultimo tratto ripido e tiro un sospiro di sollievo quando sono finalmente fuori dalle difficoltà. Gita di grandissima soddisfazione ma decisamente al di sopra delle mie gite abituali. Arrivo al camper esausto più per la tensione che per lo sforzo fisico con il fermo proposito per il giorno dopo di cercare un itinerario al massimo MS.
Qui un video con condizioni molto più facili di quelle che abbiamo trovato noi
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