Lunga traversata utilizzando una mtb 29 con borse per bagagli ma appoggiandosi a camere e alberghi per pernottare, quindi senza tenda e sacchi a pelo. Percorso prevalentemente su asfalto e quindi fattibile anche con una bici da corsa. Noi abbiamo scelto l'mtb per motivi di robustezza, comodità e sicurezza in discesa. Grande soddisfazione l'aver concluso questo percorso attraverso parecchi passi alpini e con notevoli dislivelli in poco più di 13 giorni, molto più rapidi di ogni aspettativa. Per portarci alla partenza abbiamo utilizzato il Flixbus. Per il ritorno, ci siamo portati fino a Genova in treno per trovare un Flixbus con il trasporto bici.
29/5 Primo giorno.
Partiti alle 7 in Flixbus con le bici imballate, dopo un cambio a Verona alle 16 siamo a Trieste, rimontiamo le bici e via verso la Slovenia. Il clima fresco ci aiuta a superare il primo tratto ripido e in breve passiamo in Slovenia. Inizia a piovere sempre più forte e troviamo riparo in un garage. Troviamo un alloggio con booking e arriviamo a destinazione umidi e infreddoliti nei pressi di Serulje dove troviamo anche un buon ristorante.
30/5 secondo giorno.
Partenza presto con tempo fresco e sereno ma senza colazione. Solo dopo quasi 2 ore di pedalata con vari su e giù raggiungiamo Ajdovascina dove riusciamo a mangiare e rifornirci di cibo per la giornata. Qui inizia una lunga salita che ci porta oltre i 1200 metri di quota fra prati e boschi con un lungo tratto sterrato che ci permette di attraversare fino nella bellissima valle del Soka che risaliamo fino a Zaga, Qui, anche se avremmo ancora un pò di tempo ed energie(poche), decidiamo di fermarci in un appartamento e farci una lauta cena con porzioni non disponibili in normali ristoranti.
31/5 Terzo giorno.
Dopo abbondante colazione prima delle 7 siamo in sella verso la forcella Carnizza che ci premette di ritornare in Friuli, nella valle che porta al Tarvisio. Per fortuna non ci siamo avviati la sera prima perchè non avremmo trovato da dormire per almeno 3 ore. La strada è chiusa per lavori prima del passo ma, con le maledizioni del capocantiere, riusciamo a passare lo stesso. Con interminabile percorso, prevalentemente in salita, arriviamo a Sappada dove iniziamo finalmente a scendere alla volta di Auronzo evitando sulla strada vecchia una pericolosa galleria di 2Km. Ad Auronzo riusciamo a pernottare dopo un'interminabile tappa di quasi 12 ore.
1/6 Quarto giorno
Partiamo presto per un'altra tappa impegnativa. Misurina con breve pausa al lago per rifocillarci, passo 3 croci, Cortina dove facciamo rifornimento e poi, belli carichi, l'interminabile salita del Giau. Scendendo dal versante opposto ci consoliamo perchè sarebbe stato peggio. Piuttosto provato mi oppongo all'idea di continuare fino a Canazei via Pordoi e ci fermiamo a Sottoguda in un appartamento con uso cucina dove possiamo sfamarci con dosi adeguate allo sforzo della giornata.
2/6 Quinto giorno
Grazie alla tappa di poco più di 8 ore del giorno precedente partiamo riposati per affrontare la temibile salita al Fedaia che sarà la più dura del giro. Caliamo in val di Fassa, risaliamo al Costalunga (tranquillo rispetto ai passi precedenti), attraversiamo al passo Nigra e caliamo in val d'Isarco dalla val di Tires. A Bolzano è molto caldo e salendo a Merano un deciso vento contrario al posto dell'Ora del Garda ci rallenta e ci demotiva. Solo in Venosta il vento ci aiuta deciso ma arriviamo a Laces dopo oltre 11 ore di pedalate dove ci sistemiamo in un ottimo hotel.
3/6 Sesto giorno.
Giamba procede lentamente per un tendine d'Achille infiammato per cui si lamenta da giorni senza che influenzi più di tanto il suo rendimento. A Prato allo Stelvio decide di entrare in farmacia per prendere qualcosa e, vista la prospettiva di temporali pomeridiani, decidiamo di saltare lo Stelvio ed andare in Svizzera dal passo del Forno. Alle 2 siamo al passo ed inizia a piovere, caliamo fino ad un ristorante dove aspettiamo che smetta di piovere per un'oretta davanti ad una costosissima cioccolata calda svizzera. Ripartiamo sotto l'acqua alla volta di Zernez. Non fa freddo ma arriviamo fradici ad un albergo dove ci fanno addirittura il servizio di lavaggio ed asciugatura dei nostri indumenti. Oggi per la prima volta una tappa tranquilla, neanche 7 ore in sella
.4/6 Settimo giorno
La bella giornata ci risolleva il morale e decido di proseguire almeno fino ad Aosta. Si parte quasi in piano, poi la bellissima salita all'Albula pass che faccio senza fatica anche perchè il giorno precedente ho riposato. Bellissima anche l'interminabile discesa dalla parte opposta. In fondo fa molto caldo e ci aspetta una lunghissima pedalata fino ad Ilianz dove arriviamo come al solito provati dopo ben oltre 10 ore in sella per approfittare della bella giornata. Pernottiamo in una locanda modesta ma costosa come un 5 stelle dell'Altoadige.
5/6 Ottavo giorno
Il tempo è ancora buono ma le previsioni parlano di temporali nella seconda parte della giornata. Partiamo all'alba sperando di arrivare almeno ad Andermatt. Saliamo rapidi (per quanto ci permettono le bici cariche) il bellissimo Oberalp pass e caliamo su Andermatt. Iniziano le prime nubi minacciose ma continuiamo alla volta del Furka pass più rapidi possibile ma il dislivello inizia a farsi sentire. Nei pressi del passo arrivano le prime gocce e si sentono tuoni sempre più vicini. Non ci sono ripari ed inizia improvvisamente a grandinare. Ci vestiamo il più possibile e scendiamo nella tempesta verso la valle del Rodano. Arriviamo intirizziti ad un negozio di souvenir dove aspettiamo al coperto che passi la tempesta. Ripartiamo dopo una mezzora fradici calando rapidamente a valle dove fa sempre meno freddo. L'aria più calda e un pò di sole ci permettono di arrivare a Briga quasi asciutti. Ci fermiamo a pernottare poco dopo la città ancora una volta piuttosto provati.
6/6 Nono giorno.
Partiamo all'alba senza colazione alla volta di Martigny per evitare il temibile vento contrario pomeridiano che batte la valle del Rodano e solo dopo 80 km facciamo la spesa e ci alimentiamo in vista dei temibili 2200 metri di dislivello del gran san Bernardo. La salita non è piacevole. Molto traffico e un lunghissimo tratto in galleria paravalanghe fino al tunnel. Solo oltre il tunnel, la salita è più godibile. Molto più bella la discesa in val d'Aosta. Ci fermiamo poco sopra la città in un ottimo hotel dove ci facciamo un'ottima cena e una super colazione al prezzo di una stamberga in Svizzera.
7/6 Decimo giorno
La bella giornata dopo la pioggia della notte, un buon riposo e il mangiar bene ci ricaricano e decido di continuare fino in fondo la traversata accantonando i dubbi dei giorni precedenti. Risaliamo la val d'Aosta e deviamo verso la Tuille per salire il piccolo san Bernardo che si rivela molto più bello e poco trafficato del gran. Si sale con splendide visioni del monte Bianco su bei pascoli e boschi radi di larici su pendenza mai troppo dura. Scendiamo al sole sul versante opposto in val d'Isere e, con le dovute pressioni, riesco a convincere Gian a fermarsi all'ottimo hotel Monal anche se abbiamo pedalato solo poco più di 8 ore e il sole è ancora alto.
8/6 Undicesimo giorno
Bella giornata ma molto freddo, fatichiamo a scaldarci in salita e arriviamo al sole a Val d'Isere con sollievo. Mai visto tanti impianti di risalita ne piste così ripide. La salita al passo è interminabile ma mai troppo impegnativa. Scendiamo sul versante opposto ben vestiti sotto un leggero gocciolare e forti raffiche di vento con la paura di una congelata come al Furka. Per fortuna la pioggia non arriva a bagnarci troppo ma il vento impetuoso e ovviamente contrario ci costringere a spingere sui pedali e a procedere lentamente anche su leggere discese. Arriviamo provati a s.Michael de Maurienne dove pernottiamo in un campeggio che mette a disposizione delle tende.
9/6 Dodicesimo giorno
Ha piovuto tutta la notte e al mattino continua. Oggi si dovrebbe salire agli oltre 2600 metri del Galibier ma piove e fa freddo. Alle 9 smette e partiamo in salita nelle nebbie e con le strade fradice. Anche se la giornata non promette niente di buono molti altri ciclisti salgono verso il passo. Oltre i 2000 inizia a piovere, più su la pioggia è mista neve ma numerosi ciclisti non molto vestiti continuano a salire. Che sappiano che sull'altro versante c'è il sole? Al passo scopriamo il mistero. Dei furgoni aspettano i ciclisti per scendere senza congelarsi. Ci vestiamo con tutto il disponibile e scendiamo rapidi dal versante opposto con la Meje che appare fra le nebbie. Al col di Lautaret una pausa bar per riprenderci e poi giù alla volta di Briancon spinti da un vento impetuoso come quello che ci aveva rallentato il giorno prima. Arriviamo Briancon con un cielo terso e ci sistemiamo in un appartamento con uso cucina. Vista la tappa "tranquilla" troviamo anche la voglia di fare una visita turistica del paese e delle sue fortificazioni.
10/6 Tredicesimo giorno
3 gradi all'alba ma giornata tersa e limpidissima. Saliamo all'Izoar che si rivela il passo più bello di tutta la traversata, con i suoi boschi di cirmolo e i campanili di roccia soprattutto sul versante sud che facciamo in discesa. Poi una lunga gola per portarci sotto il col di Vars. Meno bella la salita ma, bellissima la discesa dove ci fermiamo anche ad un birrificio artigianale che mi taglia completamente le gambe. Per fortuna in discesa fino a Jausiers dove troviamo alloggio in una pensione 50 metri sopra il paese. 50 metri che faccio a spinta ancora provato dalla birra.
11/6 Quattordicesimo giorno.
Ultimo passo e poi in discesa verso il mare. 2 Oltre 2000 metri di salita mai ripida per raggiungere il col del la Bonette, artificialmente costruito con un giro intorno alla cima omonima per essere il più alto delle alpi. Al passo, uno stretto sentiero in terra battuta permette di arrivare in sella alla cima. Scendendo capisco come mai sono l'unico ciclista in cima. Un guardia parco mi fa notare il divieto di bici e mi dice che la multa è di 750 euro. Per fortuna riesco a farmi perdonare. In tutto il parco del Mercantur c'è un rigido divieto di mtb. Peccato, la conformazione del terreno pratoso e senza sassi sarebbe molto favorevole. Interminabile discesa fino a S. Etienne dove ci facciamo un bel panino con la porchetta e poi avanti fino isola. Vento contrario ma non troppo forte e leggera discesa ci permettono di scendere abbastanza veloci. Percorsi 100Km decidiamo di iniziare a cercare un posto per cena. Niente da fare. Pochi posti e tutti chiusi. Con oltre 130 km ormai senza scorte di viveri ci fermiamo ad un furgone che vende pizze e ci sfamiamo mangiandone 2 a testa. Raggiungiamo il mare alle 9.30 all'imbrunire. Fa caldo e dopo un bel bagno di fine giro bivacchiamo in spiaggia.
12/6 Quindicesimo giorno
Rientrare con le bici da Nizza pare impossibile: l'unica soluzione è il Flixbus da Genova. Pedaliamo fino a Bordighera, una tappa corta e tranquilla per il dislivello, ma comunque mi prova per il caldo micidiale a cui non sono abituato dopo quasi 2 settimane al fresco e ormai il giro è concluso e la voglia di faticare è esaurita.
13/6 Sedicesimo giorno
Rientro prima in treno fino a Genova e poi in Flixbus fino a Trento
Rischiando un pò sulla prenotazione del Flixbus si sarebbe potuti rientrare ancora il giorno precedente
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