lunedì, dicembre 12, 2022

Tenerife

 Prima troppo secco e caldo, poi finalmente a dicembre le temperature si abbassano una nevicata fa sperare in un buon inizio stagione ma subito la pioggia arriva altissima e rovina tutto. Così decido di scappare una settimana alle Canarie per sfuggire a quello che da noi è il periodo più brutto dell'anno. Temperature dai 20 ai 25 gradi, bagni in mare con acqua mai fredda, sempre sereno, sembra un sogno che con sole 4 ore di volo si possa andare in un posto simile. Forse sto invecchiando, ma non ho nessuna nostalgia del freddo e delle 4 croste di neve quasi mai bella che lascio. L'isola è abbastanza grande e piuttosto antropizzata. La costa è molto sfruttata e nelle poche spiagge belle non bisogna voltarsi verso terra per non vedere lo scempio edilizio che hanno fatto. Notevole è il clima, i bellissimi itinerari in bici da fare ancora in maniche corte e, soprattutto il parco naturale del Teide col vulcano alto come il Cevedale che quest'anno si poteva salire tranquillamente in scarpe da ginnastica perchè completamente senza neve. 

Il Teide dall'aereo













Villaflor, paesino tranquillo a 1400 metri, lontano dalla confusione della costa
















































































































































In una settimana abbiamo girato in macchina tutta l'isola, abbiamo noleggiato la bici per un bel giro nel parco del Teide























e, l'ultimo giorno, siamo saliti in cima al vulcano. Dal sentiero delle roques de Garcia abbiamo preso il sentiero 23 che sale prima al picco Vejo e poi per il versante ovest alla stazione a monte della funivia da dove parte il sentiero che con gli ultimi 200 m di dislivello porta in cima. In cima si sente ancora odore di zolfo e ci sono alcuni soffioni di vapore caldo. Fantastico panorama a 360 gradi sul mare e le nuvole che da la sensazione di essere in aereo. La salita guardando qui pare molto regolamentata ma noi siamo saliti tranquilli senza chiedere nessun permesso e nessuno ci ha chiesto niente ne in salita ne in discesa. In salita, addirittura, non abbiamo incontrato nessuno fino quasi alla stazione a monte della funivia. La cima era decisamente affollata (ovviamente visto la facilità a raggiungerla con funivia).  Il sentiero che abbiamo fatto in discesa è decisamente più comodo e passa da un rifugio comunque chiuso. Del tutto sconsigliabile l'ultimo taglio che abbiamo fatto per raggiungere la strada perchè, anche se era segnato come sentiero, erano vaghe tracce in mezzo a blocchi di lava taglienti e instabili che mi hanno fatto decisamente penare. La traversata si chiude tranquillamente in autostop. 






















































































































































Traccia

Tornare da noi fa decisamente una gran tristezza ad incominciare dall'atterraggio a Bergamo con un nebbione che non permetteva a tratti neanche di vedere le ali dal finestrino e poi con delle povere sciate in val dei Mocheni con condizioni meno che mediocri per la pioggia fino a 1800 metri e il caldo anomalo ormai sempre meno anomaalo.

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