Arrivati la sera prima a San Nicolao di Caramanico con l'idea di fare una sciata già al mattino siamo accolti da una pioggia insistente, la strada piena di rospi, nebbia caldo e intorno la neve è solo in qualche mucchio a lato strada, sporca e fradicia. Ci consoliamo con una buona cena all'ottimo ristorante e ci rintaniamo nei camper: pioggia e vento tutta la notte e al mattino continua. Varie macchine con gli sci salgono lo stesso verso la montagna ma con queste condizioni ci sembra assurdo. Faccio un giro con l'ombrello verso la montagna e solo dopo diverse centinaia di metri di dislivello l'acqua diventa neve fradicia.
Demotivazione totale: in una pausa della pioggia decidiamo di provare a salire. La pausa dura poco e saliamo con visibilità di pochi metri con vento e acqua che salendo diventa sempre più neve su fondo fradicio sulle tracce di chi ci ha preceduto. Nei pressi del monte Rapina le nebbie si diradano, appare il primo sole e ci regala 500 metri discesa su ampi pendii con polvere un pò pesante. Colti da entusiasmo risaliamo per una seconda discesa ma le nebbie tornano e la neve si ricopre di una leggera crosta. Arriviamo ai camper al buio già più motivati e soddisfatti.
Monte Rapina
A sinistra il canale della Rava del Ferro
Gran Sasso
Rava del Ferro
Boschi di faggi alla base come in quasi tutte le gite della zona
Gran Sasso lontano
Cima 3 Portoni
Rava del ferro
Canale che porta al monte Amaro che faremo tre giorni dopo
Il giorno successivo vento e tempo bigio: ci avviamo dai pressi del passo di San Leonardo per faggete piuttosto strette: i pendii sopra sono belli aperti e con ancora un pò di neve polverosa ma le creste sono nella nebbia fitta che assieme al vento forte ci convince a scendere senza arrivare in cima. Comunque ancora una bella sciata.
Femmina Morta
Una volta scesi la visibilità è migliorata
Il bellissimo borgo di Pacentro
In serata ci spostiamo sotto il Sirente per provare a salire il canale Maiori. Paesaggisticamente sarà la gita più bella della vacanza. Dopo un breve tratto a piedi e l'inevitabile bosco di faggi non troppo stretto, si apre un ampio e ripido canalone che ricorda il nostro Brenta con rocce ancora spalmate di neve. Purtroppo il vento forte ha rovinato la neve (comunque abbastanza sciabile) e in cima le nebbie non ci hanno lasciato godere appieno il panorama.
Sirente
Gran Sasso
Traccia
In serata torniamo a Pacentro per un'altra salita sulla Maiella.
Il giorno successivo coperto e vento forte. Saliamo al passo di S.Leonardo per provare il canale della giumenta bianca al monte Amaro. Red rompe l'attacco Atomic dopo 3 uscite prima di uscire dal bosco e deve tornare a piedi maledicendo chi l'ha convinto ad abbandonare i fidi Dynafit. Noi proseguiamo per l'infinito canale sempre più ripido dopo un pò nella nebbia fitta fino ad arrivare in cima (lo abbiamo capito solo perchè abbiamo visto la croce incrostata di neve) con un vento che ci faceva faticare a rimanere in piedi. Un provvidenziale bivacco poco sotto la cima ci ha permesso di togliere le pelli e riprenderci un pò prima della discesa. Iniziamo a sciare in derapata per la visibilità nulla e il vento ma dopo poco si apre e scendiamo a valle con inaspettato gran divertimento.
Monte Amaro
S-Stefano sessano
Ci spostiamo poi a Rocca di mezzo per trovare un paio di attacchi sostitutivi e dopo una notte di vento forte e caldo saliamo alla cima di Cresole con neve più che pesante
Cima Cresole
Il giorno successivo è l'unico in cui rinunciamo a sciare: visitiamo s.Stefano e Rocca Calascia e poi saliamo alla partenza del monte Camicia ma nebbia, pioggia battente e vento forte ci fanno desistere e sfruttiamo il pomeriggio per trasferirci a Prati di Tivo per provare il Gran Sasso
Monte Camicia
Vento fortissimo sul gran Sasso
Gran Sasso
Il giorno dopo il tempo migliora e il vento cala un pò e decidiamo di partire per il Gran Sasso. Arriviamo solo al rifugio Franchetti e lì ci fermiamo per nebbie e vento troppo forte.
Ultimo giorno e, nonostante le previsioni, ancora brutto. Proviamo ad andare in val Maone per salire il pizzo di Intermesoli. Arriviamo fino ai 2000m sullo scivolo che porta in cima, ma nebbie fitte, caldo e sassi che scendono dall'alto ci convincono a tornare indietro.
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