mercoledì, maggio 11, 2016

Cresta Marzola

Abituato ormai ai sempre più frequenti errori nelle previsioni, visto che questa mattina non pioveva e che il terreno era perfettamente asciutto, dopo un'occhiata al radar, ho deciso di approfittare di questa pausa del monsone. Per fortuna, visto il freddo di lunedì, ho pensato di vestirmi adeguatamente. Per fare in fretta e anticipare la perturbazione ho preso la E-FAT. Il tempo non sembrava minaccioso e sono salito con comodo in modalità eco: in 1 ora ero agli Stoi del Chegul. Qui per rimanere in sella, visti fondo e pendenza, bisogna aumentare l'aiuto e in 10 minuti, pur slittando sui sassi viscidi, ero in cresta sempre in sella. E qui ha iniziato a piovere seriamente. Sperando durasse poco ho proseguito in maniche corte. In un piccolo tratto, poco prima della sella fra le due cime, per pendenza e fondo ho perso l'equilibrio e ho dovuto spingere circa 50 metri. Sotto la sella, prima di andare nel vento, mi sono cambiato e vestito con tutto quello che avevo usando l'ultimo tratto per scaldarmi bene prima della discesa. Mentre spingevo la bici sugli ultimi metri non ciclabili in salita neanche in modalità turbo sento un rumore alle spalle. In un attimo mi raggiunge e mi supera un runner in pantaloncini corti e con i bastocini. In cima ci guardiamo reciprocamente meravigliati che esista qualcuno altrettanto stupido da salire la Marzola con un tempo simile. Con il vento forte che ci tira addosso una pioggerellina gelida ci facciamo un paio di foto e subito giù, fuori dal vento, prima di essere troppo fradicio e congelato per tenere il manubrio. Nonostante il terreno ormai fradicio e le numerose radici le gommone della FAT tengono bene e riesco a perdere quota abbastanza in fretta lungo il sentiero che scende a tornanti verso il rifugio Maranza. Nell'ultimo tornante tecnico e gradinato, dove prudentemente scendo dalla bici, il runner mi raggiunge e mi supera. Solo dove il sentiero diventa mulattiera la bici prevale. Va decisamente molto forte perchè il terreno è bagnato e pieno di radici anche per le sue scarpe. Prima del rifugio giro verso Vigolo e aumentando la velocità sento sempre di più freddo e pioggia. A Valsorda decido di scendere verso le Novaline per fare un pò di salita per scaldarmi. A casa con una super doccia calda mi riprendo. Per oggi ho preso abbastanza umidità.  





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