martedì, febbraio 02, 2016

Viote

Questa mattina il cielo era veramente grigio e invitava a restare sotto le coperte. Sono partito con calma direttamente da casa, tanto non mi sembrava avesse molto senso spostarsi per vedere un panorama diverso con una luce simile. Sono sceso dalle Novaline per fare un test di scorrevolezza della FAT. Effettivamente scorre meno della bici da corsa: lasciandola andare senza toccare i freni si arriva a 72 Km/h contro i 76 Km/h della bici da corsa. Comunque si riesce a pedalare a motore spento a 27-28 Km/h in piano e in 20 minuti sono arrivato ad Aldeno. Qui sono salito con l'aiuto minimo fino alle Viote in circa un'ora e 20 e quindi ad un ritmo per me decisamente impegnativo anche con una bici da corsa. Nel frattempo sono uscito dalle nebbie della valle e, con solo le velature del cielo, il tempo pareva un pò meglio e sono salito fino alla malga Roncher sotto il Cornetto per  dare un'occhiata verso il mare di nubi che copriva il Garda. Poi sono ritornato sui miei passi fino alle Viote per scendere verso malga Mezzavia. In un tratto di fango da disgelo tipo Pelmo mi sono impestato fino quasi al blocco della ruota posteriore il che mi è costato poi a casa quasi un'ora di pulizia della bici. Poi sant'Anna, Vigolo Baselga, giro del Lago di Terlago, Cadine e, insaziabile, anche il giro completo del Sorasass. Salendo, poco prima del colmo, ho superato un biker con una Cannondale biammortizzata in carbonio (che penso sarà costata il doppio della mia E-FAT) che mi sembrava quasi fermo. Mi sono fermato in cima a cambiarmi e mi ha superato. Ripartito l'ho superato ancora più velocemente e ancora una volta mi sono sentito più che soddisfatto del mio nuovo acquisto che mi permette di andare fortissimo sia in salita che in discesa. Scendendo dal Sorsasass improvvisamente ho sentito il rumore di un grosso animale che correva nel bosco. Istintivamente ho pensato all'orso (visto quello che è successo questa primavera) e, onestamente, invece che estrarre la macchina fotografica come avevo sempre pensato di fare, ho messo il commutatore in posizione turbo per garantirmi la miglior possibilità di fuga. Poi si trattava solo di un bel camoscio. In un attimo sono arrivato alla Vela dal san Vili senza cogliere differenze fra la E-Fat e l'altra. Poi ho attraversato la città e, dato che avanzava un pò della seconda batteria, sono anche salito ai Bindesi e alle 4 strade. (Non vorrei mai che le batterie avessero un pò di effetto memoria)

 I pali per la neve quest'anno servono solo ad appoggiare la bici.
 Sopra verso la Marzola, sotto verso il Garda

 Il Casale e, dietro, il Carè Alto.

 Sul Palon qualcuno si ostina a praticare uno sport ormai obsoleto

Malga Roncher
 Sant'Anna e, poi, il lago di Terlago.
 Cartelli che segnalano la presenza dell'orso alla Vela

83 Km  oltre 2800 metri di dislivello e sembra di aver fatto un giro non troppo lungo: sono arrivato a casa più provato nelle braccia per le lunghe discese sconnesse che nelle gambe.

2 commenti:

  1. E' da un po che volevo commentare questa tua uscita, soprattutto la tua E-FAT ( o è quella della tua Laura ? )
    Certo è che ho già preavvisato a casa, se tu hai la bici elettrica non ti si può seguire con una non elettrica. Ma non dicevi di aspettare i 60 prima di utilizzare questo aiutino ?
    Vabbè ci sentiamo.

    ciao

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    1. Ne ho persa un anch'io (c'era un'occasione di E-FAT) e per ora la uso da solo con un amico anche lui elettrico.
      Certo con 2 batterie arrivo a 3500 di dislivello con la fatica di 2000.
      Secondo me è un peccato aspettare il calo delle forze perchè comunque in discesa sei sempre tu

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