domenica, maggio 31, 2015

Giro del Col Santo

Fare il giro del Col Santo partendo da Boccaldo sembra un po’ una cosa da pigri (di solito al massimo salivo fino a San Colombano!) però, visto che ho la FAT e visto che nessuno si lamenta, decidiamo di rinunciare alla prima parte della salita e, più grave, all’ultima della discesa. La giornata è grigia come ormai d’abitudine nei fine settimana e, in alto è anche abbastanza fresco e umido tanto che, al rifugio Lancia, decidiamo di mangiare la torta all’interno. Poi, salita alla bocchetta delle corde per digerire, e inizia la parte più bella del giro, tutta su sentiero in costa sui ripidi pendii sopra la Vallarsa. Alla bocchetta dei Foxi siamo indecisi se scendere il bellissimo sentiero a tornanti che porta agli Anghebeni ma poi proseguiamo in cresta verso il corno Battisti e il monte Spil con qualche brevissimo tratto a spinta. Ignoriamo anche la discesa ripidissima verso Valmorbia (l’avevo fatta anni fa con una bici con i w-brake: forse con la FAT non sarebbe così ripida) Il sentiero prosegue bellissimo fra i mughi e sempre perfettamente ciclabile e a malga Monticello  si perde. Entusiasti del sentiero appena fatto non vogliamo tornare dalla strada e, utilizzando vecchi ricordi di una precedente discesa verso pian del levro, scendiamo nel prato sotto la malga alla ricerca di qualche traccia di passaggio. Siamo fortunati: dopo poco vediamo i segni rossi del sentiero 119 per Pozzacchio. E’ ripidissimo e pieno di foglie e sassi mobili ma ciclabile. Non è quello che avevo fatto anni fa: meglio, proviamo qualcosa di nuovo. E’ un sentiero lunghissimo che scende con tornanti ripidissimi (peggio di quello per Valmorbia) e fondo molto dissestato: è fattibile ma ci costringe a fare qualche piccola sosta per riposare le braccia. Siamo quasi in fondo più che soddisfatti quando Karlheinz si ribalta e cade rovinosamente su un fondo di foglie e grossi sassi affilati. Si rialza dolorante con un brutto taglio nell’avambraccio. Si capisce subito che non è una ferita banale e che bisognerà fare un salto al pronto soccorso. Laviamo e fasciamo alla meglio la ferita con il fazzoletto usato di Bobo. (dopo  questa medicazione non esattamente sterile bisognerà sicuramente fare antitetanica, antibiotico, colera, ebola, peste  e altre vaccinazioni …) Comunque dopo un po’ si riprende. Per fortuna niente di rotto e riesce ancora, in qualche modo, a rimontare in bici e a fare l’ultimo tratto non proprio elementare fino a Pozzacchio. Impressionati dal ferito rinunciamo a visitare il forte e scivoliamo lungo l’asfalto fino al furgone. Al Pronto Soccorso di Rovereto c’è il solito affollamento indecente: in Italia, se non stai per morire, per una medicazione aspetti minimo 3 ore. Per fortuna lo medicano alla meglio in attesa di ricucirlo e possiamo riportarlo a casa dove almeno, prima dell’inevitabile attesa per il lavoro definitivo, può farsi una doccia. Si concluderà con  anestesia, un lungo lavoro di ripulitura della ferita, 6 punti e 7 giorni di antibiotico. Forse stiamo un po’ esagerando: in due uscite 2 incidenti. Continuiamo a dimenticarci che abbiamo tutti passato abbondantemente i 50: ci divertiamo come ragazzini ma ogni tanto veniamo portati brutalmente alla realtà.













Il pomeriggio mi defatico con un pò di palestra di roccia alla Vela.


Qui la traccia gps.


Il giorno dopo, visto che  non ho compagnia ma ho la mattina libera e pieno ancora di buoni propositi di non fare discese esagerate, decido per una sgambata con la bici da corsa (non ci monto da parecchio tempo: l'ultima volta è stato il giro della val Venosta).
Scendo veloce fino a Volano dalla ciclabile a oltre 35 km/h in scia ad un competitivo, poi le rampe di Saltaria, Terragnolo, Folgaria (la salita inizia e farsi sentire), tiro il fiato fino a Folgaria e, ultimo strappo, arrivo al Sommo. Per oggi basta così: calo a Carbonare, Fricca e scivolo fino a casa godendomi i curvoni in velocità dimenticando i propositi iniziali di attaccarci anche il giro dei laghi di Levico e Caldonazzo. Non so se la bici da corsa è meno pericolosa delle nostre discese in mtb: sicuramente, però, è molto meno divertente!

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