Partiti il pomeriggio prima da Trento, dopo un pernottamento subito dopo il confine croato, sveglia alle 4 e poco prima di mezzogiorno siamo a Makarska pronti per salire lo Stelvio della Croazia. C'è sole e fa un gran caldo: non proprio l'ora ideale per affrontare i 1800 metri di dislivello per salire lo Sveti Yure, una cima che avevo adocchiato da anni nei miei viaggi in zona e che domina le isole di Hvar, Brac, e Mljet. All'inizio ci sono 7 km di salita abbastanza dolce, poi si devia a sinistra e si entra nel parco del Biokovo. La strada diventa più stretta e, almeno la prima parte, c'è qualche tratto all'ombra che dà sollievo alla calura. Il terreno intorno è tutto molto sassoso e accidentato e non fa ben sperare per discese alternative. Si incontrano parecchi altri ciclisti ma la maggior parte, giustamente, sono già in discesa. Più in alto c'è qualche tratto piano ma il finale, in vista della grande antenna in cima, si fa con una serie di tornanti piuttosto ripidi. Purtroppo è vietato salire proprio in cima perchè l'area è riservata alle antenne, ma si può fare il giro per un panoramico sentiero sterrato. Il panorama sarebbe grandioso ma, purtroppo, un pò rovinato dalla foschia. In discesa, pur con numerose occhiate alla ciclabilità dei sentieri, scendiamo per asfalto per la via di salita fino molto i basso dove troviamo qualche bel taglio fattibile in sella. Arriviamo in fondo decisamente provati dal sole e dal caldo, giusto in tempo per goderci un fantastico bagno in mare al tramonto.
L'ingresso del parcoLa cima dello Sveti Yure
La FAT non è stata l'ideale per questa salita fattibile in bici da corsa.
Arriviamo in cima decisamente provati dal sole e dalla calura: la prossima volta lo faremo di mattina, e magari con la e-bike.
Sul sentiero che gira intorno alla cima
Fantastico bagno al tramonto
Pernottamento in un paesino sotto la chiesa. così cotti da non sentire le campane.
Traccia della discesa (che ricalca in gran parte la salita su asfalto)
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